Il trono della destra

Così Giorgia Meloni rivendica l’eredità di Berlusconi, al via la guerra di successione

Almeno per un po’ le serve che Forza Italia resti in vita e questo è il vero oggetto delle trattative tra lei e Marina Berlusconi

Editoriali - di David Romoli

15 Giugno 2023 alle 14:00

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Così Giorgia Meloni rivendica l’eredità di Berlusconi, al via la guerra di successione

Subito dopo le esequie, nelle quali si tiene discretamente in secondo piano, la premier pubblica il video col quale rivendica apertamente l’eredità di Berlusconi. Una raccolta dei momenti chiave della vita pubblica e privata di Berlusconi a partire dal video della discesa in campo. Un peana al “combattente coraggioso” che si conclude con una serie di immagini in cui il fondatore e l’erede compaiono affiancati e la scritta “Ti renderemo orgoglioso”. I funerali si trasformano così in incoronazione.

La scelta di fare delle esequie di Berlusconi una celebrazione da monarchia inglese ha tra i suoi obiettivi proprio consacrare il passaggio dello scettro, mettere in scena con tutta la spettacolarità del caso la continuità tra l’era del fondatore della destra nella Repubblica e quella della sua erede autodesignata. La decisione di fissare per oggi un cdm letteralmente “in onore di Berlusconi”, con all’odg la riforma a cui il Cavaliere teneva di più, quella della giustizia, è da questo punto di vista forse ancor più eloquente del lutto nazionale o della semichiusura delle Camere per una settimana.

Meloni aveva già affidato a una lettera sul Corriere della sera di ieri il compito di rendere palese il definitivo cambio della guardia sul trono della destra. Quanto a stile comunicativo, l’erede ha ancora parecchio da imparare. Dai toni trapela un livore inutile: “C’è chi lo ha combattuto politicamente con lealtà e chi invece ha usato mezzi impropri per provare a sconfiggerlo. Anche questo è un dato sul quale riflettere, per l’oggi e il domani, perché alla fine di questa storia i suoi avversari hanno perso”. Anche nei confronti del leader estinto c’è una punta di revanscismo, perché la ex missina ci tiene a sottolineare che l’entrata in scena di Berlusconi non determinò ma accelerò soltanto un processo di trasformazione della destra come della sinistra che era comunque già in corso. Ma nel complesso il senso del messaggio è inequivoco.

Berlusconi “formidabile difensore degli interessi nazionali”, proprio come lei si propone di essere, e fondatore di quella democrazia dell’alternanza “occidentale e moderna” nella quale FdI è forza politica democratica pienamente legittimata. Se il lutto nazionale serviva a fare di Berlusconi il padre della Patria, Giorgia è la sua figlia legittima. Non significa che la premier sottovaluti i problemi che la scomparsa del patriarca rischia di creare al suo governo. Per il momento, la presidente di FdI e del consiglio non mira a proporsi direttamente come leader dei moderati.

Sin quando sarà possibile vuole che quel ruolo lo continui a svolgere Fi, la cui presenza nella coalizione, soprattutto a livello europeo, è la garanzia di evitare l’isolamento nel quale è stretta da anni Marine LePen. È andata così in Italia, la premier vuole che vada allo stesso modo anche in Europa. Almeno per un po’ il partito azzurro deve essere tenuto in vita e questo è il vero oggetto delle trattative tra lei e Marina Berlusconi, ma anche tra lei e Gianni Letta. Le sorti di Fi si giocano ad Arcore con o senza Silvio Berlusconi e Meloni lo sa perfettamente. Il nodo formale di cui si parla da giorni, quello della carica di coordinatore che Tajani ricopre pur essendo formalmente inesistente, può diventare un problema o ridursi a nulla a seconda di quello che deciderà la famiglia e Marina più di ogni altro.

Sul pallottoliere i frondisti, quelli che potrebbero lasciare il partito nei prossimi mesi, non hanno forza tale da impensierire la presidente del consiglio. Tra Camera e Senato non arrivano a 10 forse neppure a 5. Ma se le tensioni nel partito azzurro montassero ad avvantaggiarsene sarebbe la Lega, che già vede il proprio peso specifico accresciuto dalla scomparsa di Berlusconi, e la leader tricolore sa perfettamente di non potersi fidare ciecamente di un Salvini che ambiva a occupare il posto che oggi è suo. Quindi è pronta a usare ogni strumento, dall’alleanza con Mediaset, costi quel che costi, alla posizione egemone nella distribuzione delle postazioni di potere, per impedire che Forza Italia deflagri.

Ma è uno scenario che sarà alla fine fortemente influenzato dall’esito della partita determinante che si sta giocando in Europa e che si concluderà solo con le elezioni dell’anno prossimo. Se i Conservatori riusciranno a conquistare una posizione centrale, dando vita a una maggioranza con i Popolari e conquistando anche un solo posto nella Commissione europea, probabilmente Giorgia Meloni non avrà più bisogno di tenere comunque in vita una Forza Italia che con Berlusconi è già scomparsa di fatto se non di nome.

15 Giugno 2023

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