C'è chi guarda a Renzi
Berlusconi e Forza Italia, i dubbi sulla sua eredità nel partito: da Fascina a Ronzulli, il gioco delle correnti
Politica - di Carmine Di Niro
Da una parte Antonio Tajani che sottolinea come Forza Italia “andrà avanti per difendere le sue idee”, dall’altra un secondo fedelissimo, Gianfranco Micciché, che invece ribatte evidenziando che “Forza Italia non esiste più”. Nel giorno della scomparsa di Silvio Berlusconi, il quattro volte presidente del Consiglio morto lunedì 12 giugno all’ospedale San Raffaele di Milano all’età di 86 anni, sono tanti gli interrogativi sul partito che il Cavaliere fondò nel 1994 e che in pochi mesi di campagna elettorale portò alla guida del Paese.
Dopo 31 anni però il destino del partito è un rebus, paradossalmente anche a causa dello stesso Berlusconi: la gestione padronale e aziendalista di Forza Italia ha lasciato gli azzurri senza un ‘erede’ designato, celebre la mancanza del “quid” di Angelino Alfano, la struttura dipende da anni dalle donazioni del Cavaliere e il termine “primarie” in questi decenni è stato visto come una bestemmia. L’orizzonte, insomma, appare problematico.
Senza una guida, più incerta in questi anni di acciacchi fisici anche importanti ma comunque fondamentale, si navigherà in mare aperto dopo anni aggrappati alla “scialuppa” del fondatore e leader supremo.
È in questo scenario che avanza dirompente la figura di Marta Fascina, pseudo-moglie di Berlusconi che, da consorte non formale e con finto matrimonio annesso, da mesi sta accaparrando le poltrone e gli incarichi di peso per sé e soprattutto la sua cerchia di fedelissimi. I nomi del “cerchio magico” sono noti: Alessandro Sorte coordinatore in Lombardia, Stefano Benigni tesoriere del gruppo, mentre Tullio Ferrante, già compagno di classe di Marta, è da novembre sottosegretario al ministero delle Infrastrutture e Trasporti.
Fascina, che è stata sempre accanto a Silvio nei momenti più complicati del leader di FI, dal ricovero per Covid e poi quello per la polmonite, ha 53 anni in meno del Cavaliere: calabrese di Melito di Porto Salvo (ma cresciuta a Portici, in provincia di Napoli), già deputata nel 2018, spunta ufficialmente come compagna del Cavaliere nel marzo 2020, all’inizio dell’emergenza Coronavirus in Italia e dopo la fine della relazione di Berlusconi con Francesca Pascale.
Un partito già da tempo balcanizzato e che ora, con la scomparsa del suo leader, rischia di esplodere nelle varie fazioni. Detto della “corrente Fascina”, compresi i rumours sulla scalata del partito anche in senso tecnico, con tentativi (smentiti) di ereditare il simbolo di Forza Italia, tra gli ‘azzurri’ si contano anche i governisti che fanno riferimento ad Antonio Tajani. Il ministro degli Esteri, in rapporti di amore-odio con la Fascina, lavora da tempo per avvicinare la premier Giorgia Meloni al Ppe, i popolari europei: avvicinare Forza Italia a Fratelli d’Italia, e il partito della presidente del Consiglio al Ppe, rientrerebbe anche nella strategia della famiglia Berlusconi per tutelare le aziende.
Sul fronte opposto all’interno di FI ci sono coloro che sono stati recentemente messi da parte in questa fase del partito, in particolare l’ex capogruppo Camera Alessandro Cattaneo e della capogruppo al Senato Licia Ronzulli, che negli ultimi anni era diventata la “donna ombra” del Cavaliere e la sua più fidata collaboratrice. Con loro c’è quella parte di partito che non ha alcuna intenzione di rinunciare alla propria identità, di appiattirsi sulle posizioni di Giorgia Meloni.
Una terza ala invece guarda con favore a progetti di “grande centro”, un tentativo bis di Terzo Polo assieme magari a quel Matteo Renzi che Berlusconi ha sempre detto di stimare e di guardare quasi come a un suo erede. “Dice spesso cose giuste, ma dovrebbe scegliere la nostra metà di campo“, aveva detto al Corriere della Sera il Cavaliere soltanto lo scorso maggio.