Le armi all'Ucraina

Intervista a Moni Ovada: “L’Italia è già in guerra, ma guai a dirlo”

"Se fai notare che del mondo libero formato Alleanza atlantica fa parte anche Erdogan ti dicono che stai con Mosca

Editoriali - di Umberto De Giovannangeli

9 Giugno 2023 alle 12:00 - Ultimo agg. 9 Giugno 2023 alle 12:34

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Intervista a Moni Ovada: “L’Italia è già in guerra, ma guai a dirlo”

Moni Ovadia è tante cose. Attore, cantante, musicista, scrittore. Soprattutto, è uno spirito libero, che sa andare controcorrente. Sulla guerra. E non solo. E sulla guerra Moni Ovadia è uno dei promotori del referendum contro l’invio di armi all’Ucraina.La guerra – afferma – non si sconfigge con la guerra. E poi c’è un problema di democrazia. Gli italiani hanno il diritto di poter dire la loro su una questione vitale come è quello di partecipare ad una guerra. Perché smettiamola con l’ipocrisia di una politica che tira il sasso e poi cerca di nascondere la mano. L’Italia, come l’Europa, è già dentro questa guerra, alla faccia dell’articolo 11 della nostra benedetta Costituzione antifascista”.

La guerra d’Ucraina e il “fuoco amico” contro chiunque provi ad uscire fuori dal coro. È allarme rosso?
Di più. C’è una censura sul pensiero. Censura non nel senso che tu non puoi dire una certa cosa. Intanto i contesti in cui la dici sono sempre sfavorevoli a chi sostiene una argomentazione contraria a quella mainstream. Questa è la cosa più grave. Quelli del “fronte” a cui appartengo, che vogliono discutere sul perché questa guerra è nata, vengono immediatamente tacciati di essere dei disfattisti. Cerchiamo di capire perché siamo arrivati a questo punto, la vera genesi della guerra. A questa richiesta ragionevole sai come rispondono?

Come?
Putin è come Hitler. Punto. No, non è così. Lo sa anche l’ultimo dei cretini che non è così. Ci sono delle ragioni a monte. Molti sostengono, e io sono tra costoro, che la guerra è cominciata nel 2014. Questi otto anni vengono completamente tagliati dalla narrazione maistream. Perché lì si vedono tutti i problemi che ci sono stati. Ci sono autorevoli esponenti anche statunitensi, professori universitari, lo stesso Kissinger, che pongo dubbi su quello che è stato fatto, vale a dire l’allargamento della Nato. Ci sono le promesse che hanno fatto a Gorbaciov due presidenti e un segretario di Stato Usa, che la Nato non si sarebbe allargata di un pollice oltre i confini dell’allora Germania orientale. Una volta, uno dei soloni del mainstream nostrano, Caprarica, mi ha detto vabbé ma l’adesione alla Nato è volontaria, l’hanno chiesta i singoli Paesi. Gli ho risposto, davvero? E allora che parlano a fare i presidenti degli Stati Uniti. Sono dei hpulcinella messi lì solo per fare figura? C’è una intervista al Daily Telegraph d Gorbaciov, in cui lui dice è stata una cosa gravissima. Mi avevano promesso che la Nato non si sarebbe allargata di un pollice oltre le frontiere della Germania orientale, ad Est. Come faranno d’ora i avanti i russi a credere agli americani? Gorbaciov, l’uomo che ha rinunciato al potere, colui che voleva democratizzare l’Urss, non Putin. Niente. Per tornare all’allarme rosso. Nessuna argomentazione ti è permessa se contrasta la narrazione mainstream. E poi giù con la narrazione farlocca che in Ucraina si confronta la Nato, espressione politico-militare del “mondo libero” e democratico contro il perfido autocrate russo, novello Hitler. Del “mondo libero” formato Nato fa parte anche Erdogan, che tutto è meno un democratico conseguente, e allora come la mettiamo? A questa domanda sai quelli che calzano l’elmetto nei salotti televisivi mi rispondono?

Lo dica lei.
Silenzio imbarazzato, impapocchiano qualcosa e poi tornano a dire che se tu argomenti in questo modo vuol dire che stai dalla parte di Putin. Il problema non è questo. Il problema è dire perché questa guerra è nata. E poi c’è la realpolitik che però funziona a corrente alternata, a seconda degli interessi a stelle e strisce. Vuole un esempio?

Lo faccia.
I sovietici e i missili a Cuba. Cuba era un Paese sovrano, aveva il diritto di fare quel che voleva sul suo territorio nazionale. Per gli americani no. E minacciarono la terza guerra mondiale. Fu la grande saggezza di Kruscev ad evitarlo. La cosa grave è che noi siamo in una condizione da regime su questa cosa. C’è una guerra terribile con il rischio di una deflagrazione nucleare apocalittica e noi dobbiamo discutere di questo nei talk show interrotti dalla pubblicità, con dieci persone di cui due cercano di argomentare e otto che fanno di tutto per zittirli. Perché questa è la tecnica. Sono cose terribilmente serie da discutere in modo serio, con analisi, fatti e non a colpi di “Putin e come Hitler”. Una scempiaggine. Non siamo più ai tempi del fascismo, ma l’approccio è quello.

E l’Europa?
L’Europa non esiste. Non c’è mai stata una posizione autonoma dell’Europa. In Europa comanda la Nato. Né la Commissione né il Parlamento. La Nato è sorta in funzione di contrasto all’Unione Sovietica. L’Urss è finita, molti dei Paesi dell’ex blocco sovietico si sono completamente staccati, ma non basta mai. Se si lasciasse fare a Biden vorrebbe le installazioni militari della Nato nella Piazza rossa di Mosca. In linea di principio, e non solo, un popolo invaso ha il pieno diritto di difendersi, con i mezzi che riesce a trovare e a impiegare. Tutto questo, però, sarebbe indiscutibile se questa guerra fosse “solo” una guerra di invasione di una potenza contro uno Stato indipendente. Non sono l’unico a ritenere che invece questa non sia una guerra della Russia contro l’Ucraina, ma che, sulla pelle del popolo ucraino, degli innocenti cittadini ucraini, si combatta un altro tipo di conflitto, un conflitto per procura fra gli Stati Uniti e la Russia. Del resto, il presidente Joe Biden ha detto esplicitamente di mirare a un cambio di regime in Russia. Secondo me il vero progetto è quello di smembrare la Federazione russa in tante piccole repubbliche. Il progetto è questo perché gli americani devono concentrarsi sulla Cina. Stanno impazzendo perché stanno perdendo l’egemonia. Questa non è soltanto l’opinione di Moni Ovadia, ma di autorevoli professori universitari statunitensi, di ex ambasciatori e anche di molti politici. Henry Kissinger ha detto che è stato un errore allargare la Nato. Vogliamo dire che è anche anti americano, l’ex possibile presidente degli Stati Uniti, il senatore Bernie Sanders, che ha detto non facciamo i pulitini noi che abbiamo rovesciato almeno trenta governi. Quando crollò l’Unione Sovietica, Paul Wolfowitz, sottosegretario alla Difesa statunitense, di fatto estese la dottrina Monroe dall’emisfero occidentale a tutto il mondo. Wolfowitz esplicitò la cosa dicendo che non sarebbe più dovuta sorgere nessuna potenza in grado di contendere l’egemonia agli Stati Uniti d’America. Il senatore Ted Kennedy definì la teoria Wolfowitz una teoria imperialista. Dick Cheney la mitigò un po’, ma de facto tutte le decisioni delle amministrazioni degli Stati Uniti d’America sono state improntate a questa teoria. Altrimenti non si spiegherebbe perché gli americani abbiano oltre 800 basi militari dovunque nel mondo. E anche l’estensione della Nato fa parte di questo giochino. Vogliamo poi parlare dell’Iraq? Mezzo milione di morti sulla base di una menzogna. Quando mai si è visto il segretario di Stato del Paese più potente, agitare una boccetta vuota davanti al mondo intero, dicendo una menzogna ciclopica. Si sono sentite scuse da parte di Colin Powell? E l’elenco potrebbe continuare. Se vuole faccio altri nomi.

Li faccia.
Tony Blair e George W.Bush sono due criminali di guerra. Perché hanno scatenato una guerra sulla base di conclamate menzogne, ammazzando 500mila innocenti. Blair è sul libro paga JP Morgan, a due milioni di dollari l’anno. Slobodan Milosevic è stato portato all’Aja, processato ed è morto d’infarto lì. Alla fine del processo è stato prosciolto, perché non c’erano prove che lui fosse stato complice di delitti contro l’umanità, in crimini di guerra. Tony Blair e George W. Bush neanche ce l’hanno portati all’Aja. Non dico per condannarli ma quanto meno per esaminare le loro posizioni. In ultimissima analisi i sostenitori mainstream sono animati da un’assoluta, granitica convinzione: gli americani hanno sempre ragione. Punto. Il massimo esperto militare che noi abbiamo, il generale Fabio Mini, dice esplicitamente che questa è una guerra della Nato. Stiamo parlando di un signore che è stato capo di Stato maggiore della Nato nel fronte Sud-Est . Non te lo lasciano dire. Trovano il modo d’interromperti. Nei telegiornali che veicolano solo l’informazione mainstream il generale Mini non mi ricordo di averlo sentito. È un generale, saprà due cose in più sulla guerra di David Parenzo? Alla fine, cito sempre i palestinesi e i curdi. Perché non mandate le armi ai palestinesi? Occupati, colonizzati, vessati, tenuti in una gabbia a cielo aperto. Un giornalista del Corriere della Sera una volta mi obiettò che l’’Ucraina è casa nostra, è Europa. E da quando lo è? Prima della guerra, quando le donne ucraine venivano a fare le badanti, l’Ucraina non era casa nostra. Siamo ad un livello di ipocrisia, di falsa coscienza, di retorica, vomitevole. Siamo in pieno clima di guerra. Taci, il nemico ti ascolta. Certo, oggi esiste la rete e ogni tanto una vocetta contraria la devono far sentire. Ma è una voce che viene immediatamente sommersa da contro argomentazioni che hanno una potenza di fuoco mediatico cento volte superiore.

9 Giugno 2023

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