Il forum a casa Vespa
Il monologo di Meloni da Vespa: guerra all’Ue su Mes e difesa degli “amici” di Visegrad, è scontro con Schlein
Politica - di Carmine Di Niro
Oltre cinquanta minuti di monologo, o quasi, nella Masseria Li Reni di Bruno Vespa. Giorgia Meloni compie un “one woman show” in Puglia, nella location del volto Rai che raramente la interrompe con domande-assist per la premier, che può così andare a ruota libera sui temi di attualità.
La presidente del Consiglio fa tutto da solo: governo e opposizione. Così prova anche a dettare la linea del Partito Democratico di Elly Schlein, a cui rivolge accuse al veleno.
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Tornano alle contestazioni dei giorni scorsi al Salone del Libro di Torino contro la ministra della Famiglia Eugenia Roccella, Meloni si dice “stupita che la segretaria del Pd dica che siamo allergici al dissenso: se confonde il dissenso con l’autoritarismo abbiamo un problema. Escudo che gli italiani credano che siamo in un regime di autoritarismo”.
D’altra parte nel corso del forum ‘L’Italia che verrà’ la premier aggiunge anche di sapere che “ la preoccupazione della segretaria del Pd è reale, non strumentale, lei è davvero preoccupata. La voglio tranquillizzare: il centrodestra da sempre difende le libertà di cittadini, famiglie e imprese, questo noi stiamo dimostrando e gli italiani lo capiscono”. Quindi l’accusa: “Se il nuovo corso del Pd è andare dritti sulla strada che li ha portati alla sconfitta elettorale – ha aggiunto la premier -, non sono nessuno per dirgli di cambiare strategia”, le parole al veleno.
La difesa di Visegrad e i migranti
Altro punto chiave del lungo monologo-intervista è la difesa dei suoi alleati europei, quel gruppo di Visegrad che si è spaccato giovedì nel voto dei ministri degli Interni sul Patto per l’Asilo e Migranti, sottoscritto dall’Italia col ministro Matteo Piantedosi e respinto da Ungheria e Polonia.
“Bisogna fare attenzione al tema dello stato di diritto”, spiega Meloni che vede all’orizzonte questo tema “anche sull’Italia” e per questo chiede di “essere dotati di senno”. Per la premier “è possibile che lo stato di diritto sia un modo per colpire governi distonici rispetto al mainstream”, insomma, un complotto.
Ungheria e Polonia, e qui parte la difesa di due governi in rotta di collisione con le autorità europee per le loro politiche sempre più autoritarie, “sono democrazie più giovani della nostra, perché quando finì la Seconda guerra mondiale sono stati abbandonati al gioco sovietico. Sì, c’è un lavoro che va fatto per rafforzare quelle democrazie e accompagnarle, e sono pronta a farlo perché l’Europa non è un club di serie A e b ma soprattutto una civiltà”.
Tornano al tema migranti, per Meloni “l’immigrazione illegale va fermata prima che arrivi in Europa. Non si può prescindere dalla collaborazione di partenza e di transito: il lavoro che stiamo facendo nel Nord Africa è quello più serio. Poi sull’energia l’Europa deve guardare al sud, portando infrastrutture, rendere queste nazioni autosufficienti. Noi siamo la porta d’ingresso degli approvvigionamento per l’Europa“.
Mes e crescita
La Meloni conferma quindi il suo ‘no’ alla ratifica del Mes, con l’Italia unico Paese europeo a non aver dato l’ok. Per leader di FdI il Meccanismo europeo di stabilità “è uno stigma che ora rischia di tenere bloccare delle risorse in un momento in cui invece stiamo tutti cercando risorse: poi non verrebbe utilizzato da nessuno” .”Spero che si affronti questo tema in modo pragmatico e non come in Italia, in modo ideologico. Ratificare la riforma senza capire il meccanismo che ne segue sarebbe stupido”, aggiunge davanti a Vespa la presidente del Consiglio.
Premier che guardai invece con fiducia al Pnrr e alla sua terza rata che “riusciremo ad avere”. “Stiamo facendo un lavoro molto lungo e preciso con la Commissione – rivela – Sono stati già verificati gli obiettivi, ora siamo ai targets, ma sono assolutamente ottimista. Poi ci siamo occupando entro il 31 agosto di lavorare per rivedere alcuni obiettivi per inserire il Repower Eu”.
Quanto alla crescita dell’economia, per Meloni “il dato più importante è il Pil italiano che cresce oltre la media europea. Il governo deve dare i suoi segnali, l’economia risponde e lo sta facendo, ma non è un fuoco di paglia”. Obiettivo principale è sostenere la crescita e gli stipendi, perché nel Paese “c’è una problema di salari”. La ricetta del governo è “rendere il taglio del cuneo strutturale” ma “dipende dalle entrate dello Stato, che dipendono dalla crescita”.
Le riforme
Sulle questioni interne, Meloni parla di autonomia a presidenzialismo. “La riforma costituzionale è la più grande riforma economica per questa nazione. Confido nel senso di responsabilità anche dell’opposizione, dei corpi intermedi. E’ una sfida di modernizzazione per l’Italia. Se invece dicono di no perchè vogliono andare al governo senza aver vinto le elezioni allora andiamo davanti agli italiani con il referendum“. Un avvertimento lanciato alle opposzioni, quello della premier, che si salda con le rassicurazioni circa i rischi dell’autonomia differenziata avanzati dalla minoranza e dai sindacati. “Non è togliere a una regione per dare a un’altra, ma un principio secondo cui se una Regione governa bene le sue risorse, lo Stato prende in considerazione la possibilità di darle altre materie da governare. Non vengono discriminate le regioni, è un principio che responsabilizza governatori e classi politiche: può essere malvisto da chi ha mal governato o non è riuscito a spendere i soldi europei. È un modello che richiama ciascuno alle proprie responsabilità. Io credo sempre nel merito e nella responsabilità. Chi ha lavorato bene non ha nulla da temere“.
La ‘replica’ di Schlein
A distanza di poche ore non si è fatta attendere la risposta alle parole al vetriolo di Meloni su Elly Schlein e il nuovo corso Dem. “Meloni? Si preoccupi del Paese, prima che ci porti a sbattere“, è stata infatti la replica all’attacco della premier della segreteria Pd, intercettata dai cronisti all’uscita dal Nazareno per la riunione della segreteria in vista dell’attesa Direzione di lunedì.
“Noi siamo preoccupati dei salari troppo bassi e i tagli alla sanità, perché lei governa da otto mesi e non spende i miliardi del Pnrr, aumenta la precarietà e smantella i diritti“, le parole di risposta di Schlein al monologo pugliese della premier, ospite di Bruno Vespa.