Il caso pnrr e Corte dei Conti

Palazzo Chigi e il parere degli influencer istituzionali sbandierato per giustificarsi

Non s’è mai visto un governo che a giustificazione di quel che fa sbandiera il parere favorevole dell’influencer istituzionale

Editoriali - di Iuri Maria Prado

4 Giugno 2023 alle 13:00

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Palazzo Chigi e il parere degli influencer istituzionali sbandierato per giustificarsi

Va bene che l’azione di governo via social e selfie è ormai un fatto costituzionale, ma non s’è mai visto un esecutivo che a giustificazione dei propri provvedimenti mette online il comunicato che si fa forte del parere favorevole dell’influencer istituzionale. Ma te li vedi Aldo Moro, Bettino Craxi o Carlo Azeglio Ciampi che difendono una scelta di governo argomentando che “l’ha detto anche Tizio in un’intervista”?

E invece è quel che ha fatto la Presidenza del Consiglio dei ministri l’altro giorno, rispondendo al movimento di critica circa l’intervento sui poteri di controllo della Corte dei conti nell’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. In una nota buffamente rubricata a guisa di sommario di telegiornale (“Sulla Costituzione, il diritto e la politica”), Palazzo Chigi spiega infatti che sull’affaire Pnrr/Corte dei Conti è tutto a posto, e cita a supporto le “interviste di illustri costituzionalisti come Sabino Cassese, Cesare Mirabelli e Giancarlo Coraggio”: che, prosegue il comunicato, “nelle ultime 24 ore hanno illustrato come l’intervento del Parlamento sia rispettoso della Costituzione, delle prerogative della Corte dei conti, improntato alla leale collaborazione tra le istituzioni”.

Ora, tutti, tranne il governo, capiscono anche a naso e anche senza essere esperti di nulla che per difendere la bontà di un provvedimento e per contrastare l’azione di chi lo critica non ci si affida alla perlustrazione delle notizie di agenzia e alla rassegna stampa dei favorevoli e dei contrari. E fare appello, in una nota ufficiale, alle uscite giornalistiche di tre pur autorevolissimi studiosi equivale appunto a farne altrettante testimonianze da influencer: la roba in tendenza che vien buona a chiudere il discorso perché lo dicono “gli esperti”, che è la versione appena più strutturata del ragionamento inoppugnabile “perché c’è scritto sul giornale”.

Si potrebbe obiettare che queste sono dopotutto sbavature irrilevanti, difetti comunicazionali di un potere avventizio che deve ancora impratichirsi. Non è così. Perché l’inadeguatezza formale e la sprovvedutezza politica di quel comunicato rappresentano il ricasco perfettamente armonico di un atteggiamento generale, il portamento insieme pettoruto e vittimistico del governo che lavora per il bene del Paese mentre l’Europa intrusiva e una burocrazia recalcitrante ne rallentano l’azione. Il messaggio forte diffuso dai ranghi di governo è che è ora di farla finita con tutti questi intralci, perché bisogna fare presto: ma fare presto, si capisce, è impossibile nella concomitanza di un potere, quello della Corte dei conti, che ficca il naso nei lavori in corso.

Una teoria di facile spaccio se non si ricorda che l’intervento della Corte dei conti c’è bensì stato, ma più volte per rilevare ritardi nell’attuazione del Pnrr o mancate attuazioni punto e basta: e siccome questo è un fatto, il malizioso può pensare che togliere quel controllo non serva a impedire ritardi ma a evitare che siano scoperti. E’ a sua volta un fatto che l’Unione europea affida agli Stati membri di garantire il funzionamento di un sistema di controllo interno efficace ed efficiente per l’attuazione del Pnrr, ed è difficile capire per quale motivo mai non dovrebbe suscitare almeno curiosità che quel dovere di controllo si realizzi rimuovendo le competenze di chi dovrebbe esercitarlo.

La realtà è che anche in questa faccenda lo scarico delle colpe sulla groppa europea e sul conto di un funzionariato renitente al dovere di non disturbare il manovratore operoso adempie allo scopo narrativo abitudinario: siamo benintenzionati e faremmo sfracelli, ma forze nemiche esterne e interne remano contro. Ci sono pure i professori che lo dicono nelle interviste

4 Giugno 2023

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