La scuola per il meglio

Per favore, rileggete la lettera alla professoressa di Don Milani

Cultura - di Irene Manzi* - 27 Maggio 2023

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Per favore, rileggete la lettera alla professoressa di Don Milani

Ricordare don Milani, nel senso etimologico di riportarlo al cuore, non è un dovere ma un piacere e una necessità. La sua visione educativa e pedagogica, sviluppata con una prassi che diventa teoria e con una scrittura che applica l’intelligenza collettiva, ci richiama al senso profondo della funzione della scuola, dell’insegnamento, dell’incontro tra le generazioni per un passaggio di sapere e non di sole funzioni o nozioni. La cura per ogni singolo ragazzo, per i suoi bisogni e per le sue difficoltà, non un luogo del giudicare e del valutare ma dove tendere una mano per far fiorire da ciascuno il meglio che può portare alla comunità.

La cura delle parole che sono potere, come più volte da lui ricordato, ci porta a riflettere oggi sul senso della parola merito. Dare a ciascuno secondo il suo bisogno, perché “nulla è più sbagliato che far parti uguali tra diseguali” e permettere ad ogni talento di emergere nella sua differenza, nella sua specificità. Senza standard da raggiungere. Senza un elenco di buoni e di cattivi. Il contrario della declinazione di merito portato, inutilmente e dannosamente, a bandiera nel nome di un ministero che, proprio in linea con don Milani, potrebbe chiamarsi delle Politiche Educative.

Quali strategie possiamo mettere in capo oggi, in questo tempo, per colmare una povertà, culturale ed educativa oltre che materiale? E come superare il legame ancora scandalosamente antidemocratico tra ricchezza e opportunità, tra origini familiari e possibilità per il proprio futuro, tra condizioni economiche e disponibilità culturali ed educative? Rileggere la “Lettera ad una professoressa” oggi significa prendere coscienza della strada che dobbiamo ancora percorrere nella direzione del sapere, della funzione democratica della conoscenza. E per questo la nostra scuola è, al di là del meritorio impegno di molti, un luogo che non ha il riconoscimento sociale ed economico che merita per essere realmente la leva della lotta alla disuguaglianza. Lo è stata, certo, in alcuni casi, ma in maniera troppo disuguale rispetto alle diverse aree del Paese, troppo dipendente dalle singole volontà e non da un sentire comune che metta la Scuola, come la Salute, ai primi posti per investimenti economici e politici.

Nonostante i tentativi di riforma, nonostante i risultati di tanti esempi riusciti di autonomia e di comunità educanti.
Don Milani è per noi, come Partito Democratico, un riferimento insostituibile. Un pungolo per alimentare la nostra idea di emancipazione attraverso la conoscenza e di cultura diffusa come strumento di potere dei molti, condizione della democrazia. Il suo prendersi cura, I Care, “mi interesso” contrario al “me ne frego” e la sua demolizione del concetto di obbedienza come virtù, a cui contrapporre la responsabilità di ognuno e di ciascuno, sono pilastri di un pensiero radicalmente democratico a cui vogliamo aspirare.
Il suo metodo inclusivo e creativo di educatore e di scrittore e il suo calore, la sua passione e il suo entusiasmo ci sono da sprone – in un momento di crisi profonda della democrazia – per provare a rilanciarla proprio dal pilastro fondamentale ed incompiuto del diritto alla conoscenza, del sapere come strumento indispensabile di tutte e di tutti.

*Responsabile scuola del Partito Democratico

di: Irene Manzi* - 27 Maggio 2023

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