Il negoziato di Mosca naufraga

Putin gela Trump, il negoziato al Cremlino naufraga sui territori rivendicati da Mosca: Zelensky teme l’isolamento

Al vertice tra Putin e Witkoff è fumata nera. “Inaccettabili le modifiche all’accordo chieste dell’Ue”, chiosa lo zar. Zelensky ora teme l’isolamento

Esteri - di Umberto De Giovannangeli

4 Dicembre 2025 alle 09:00

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Gavriil Grigorov, Sputnik, Kremlin Pool Photo via AP, File
Gavriil Grigorov, Sputnik, Kremlin Pool Photo via AP, File

Un “casino”. Un “disastro”. Varia la traduzione dall’americano, ma la sostanza non cambia. Sul fronte russo-ucraino, la tregua – parlare di pace è un insulto all’intelligenza dei più – non è un’utopia. È un “casino”. Parola di Donald Trump.

Nessuna svolta è arrivata dal vertice al Cremlino tra Vladimir Putin, Steve Witkoff e Jared Kushner. Oltre cinque ore di colloqui, al termine dei quali gli emissari dello zar hanno fatto sapere che «un compromesso non è stato trovato» con gli Stati Uniti su uno dei nodi principali del negoziato: i territori contesi con Kiev. Le trattative continueranno con Witkoff e Kushner. La posizione di Putin era apparsa chiara già prima dell’incontro: la Russia considera “inaccettabili” le modifiche al piano di pace proposte dagli europei, liquidate come un tentativo di «bloccare l’intero processo» avviato dal presidente americano Donald Trump. «Se l’Europa vuole la guerra, noi siamo pronti». Nemmeno Trump ha espresso ottimismo: la guerra in Ucraina è un «disastro», ha detto, spiegando che «la nostra gente è in Russia per risolvere la situazione, non è facile». Da parte sua, Volodymyr Zelensky ha ammesso che alcuni alleati «sono stanchi», e teme che «gli Stati Uniti possano perdere interesse» ai negoziati.

Putin ha criticato alcune proposte statunitensi per la risoluzione della crisi ucraina, presentate nei documenti trasmessi a Mosca in precedenza, pur condividendone altre. Lo ha riferito ai media il consigliere presidenziale russo Yuri Ushakov. «Non abbiamo discusso formulazioni specifiche, proposte specifiche degli Stati Uniti, ma abbiamo parlato dell’essenza dei documenti statunitensi. Potevamo concordare su qualcosa, e il presidente lo ha confermato ai suoi interlocutori, mentre eravamo critici su qualcos’altro, e il presidente non ha negato il nostro atteggiamento critico e persino negativo nei confronti di diverse proposte», ha sottolineato Ushakov al termine dei negoziati russo-statunitensi al Cremlino, durati quasi cinque ore.

Si tratta del contenuto delle «bozze, dei documenti trasmessi dagli americani a Mosca qualche tempo fa», ha precisato Ushakov, aggiungendo che le parti «hanno esaminato tutti i documenti» durante i negoziati al Cremlino. «Soprattutto, c’è stata una discussione piuttosto utile», ha concluso. «Le parti hanno dichiarato la loro disponibilità a continuare il lavoro congiunto per un accordo di pace duraturo in Ucraina», ha aggiunto Ushakov. La questione dell’adesione dell’Ucraina alla Nato «è una delle questioni chiave» nelle trattative tra Russia e Usa, ha rivelato il ciarliero Ushakov, sottolineando che quindi l’argomento «è stato discusso» nei colloqui al Cremlino tra Vladimir Putin e gli inviati americani Steve Witkoff e Jared Kushner. Lo riferisce la Tass.

Sembra una “tombola” geopolitica. Primo numero uscito, il piano originario, 28. Secondo estratto, asciugato dagli europei, 19. Terzo numero, 27. E non finisce qui. Witkoff e Kushner hanno presentato martedì a Putin quattro nuovi documenti in relazione al piano di pace per l’Ucraina messo a punto dagli Stati Uniti, dopo i negoziati di Miami e Ginevra con gli ucraini, ha reso noto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, rifiutandosi di discutere dei contenuti. Il nodo, dicono sia Mosca che Washington, restano i “territori”. La Russia chiede il riconoscimento delle regioni che ha unilateralmente annesso, comprese le parti che non ha ancora conquistato, a partire dal 20 per cento della regione di Donetsk ancora sotto il controllo delle forze ucraine. Ma per Kiev e i suoi alleati l’integrità territoriale è una linea rossa.

A farsi vivo è colui che in teoria dovrebbe guidare la diplomazia statunitense. «Quello per cui» russi e ucraini «stanno letteralmente combattendo ora è uno spazio di circa 30-50 chilometri e il 20% della regione di Donetsk che rimane. Quindi quello che abbiamo cercato di fare – e credo abbiamo fatto qualche progresso – è capire cosa potrebbero sopportare gli ucraini, che dia loro garanzie di sicurezza per il futuro, che non saranno mai più invasi, che permetta loro non solo di ricostruire la loro economia». Lo ha detto il segretario di Stato Usa Marco Rubio intervistato da Fox. “Questo è ciò che stiamo cercando di ottenere”, ha sottolineato. «Stiamo cercando di vedere se possiamo colmare il divario tra le due parti. Per farlo, dobbiamo parlare con entrambe le parti. Abbiamo alcune persone irrazionali coinvolte in questa questione, persone che credono che dovremmo parlare solo con la parte ucraina e non parlare affatto con i russi. Non si può porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina senza parlare con la Russia», ha poi detto Rubio.

Una cosa è certa: l’incontro a Bruxelles tra Volodymyr Zelensky e gli inviati Usa Steve Witkoff e Jared Kushner non avrà luogo «a causa del ritorno degli inviati» a Washington. Lo riporta Kyiv Post citando fonti non specificate: «L’incontro di Bruxelles è annullato» e Zelensky sta tornando in Ucraina. Il Cremlino sostiene che Witkoff e Kushner abbiano «promesso» di volare direttamente a Washington dopo i colloqui con Putin. Il motivo dell’annullamento non è stato reso noto. La Tass ha scritto – citando un controllore del traffico aereo europeo – che il volo con Witkoff e Kushner ha superato l’Europa ed è entrato di notte nello spazio aereo canadese. L’Europa, per l’appunto. Un ectoplasma diplomatico, divisa al proprio interno, che fa finta di recitare un ruolo da protagonista.

Sulla proposta del prestito per le Riparazioni all’Ucraina «utilizzeremmo i saldi di cassa derivanti dai beni russi immobilizzati nell’Ue. Proponiamo di includere tutte le istituzioni finanziarie che hanno accumulato tali saldi di cassa» che «dovrebbero trasferire la liquidità nello strumento del prestito per le Riparazioni». I saldi di cassa saranno messi a disposizione di Kiev come prestito da rimborsare «se e quando la Russia pagherà le riparazioni. Questa soluzione può essere istituita tramite votazione a maggioranza qualificata». Lo ha detto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, cercando così di parare il rifiuto della Bce. Intanto, però, si apre un altro contenzioso tra i 27. Ungheria e Slovacchia, annunciano Orban e Fico, voteranno contro il piano Ue che vieta importazioni gas russo). Altro giro, altro scontro. E la chiamano Unione (Europea).

4 Dicembre 2025

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