Aveva 84 anni
Chi era Dick Cheney, il vice di George W. Bush negli Stati Uniti per due mandati: fu la mente dietro la “guerra al terrore”
Dick Cheney, ex vicepresidente degli Stati Uniti durante i due mandati alla Casa Bianca di George W. Bush, tra il 2001 e il 2009, è morto oggi all’età di 84 anni. Esponente di punta dell’ala “neocon” del Partito Repubblicano, Cheney è stato tra i più influenti vicepresidenti statunitensi di tutti i tempi, un personaggio a dir poco controverso.
Fu lui infatti l’artefice della “war on terror”, la “guerra al terrore” che fu la base ideologica dietro gli interventi militari degli Stati Uniti in Iraq ed Afghanistan a seguito dell’attacco terroristico dell’11 settembre del 2001 alle Torri Gemelle di New York e al Pentagono.
Cheney, come comunicato dalla sua famiglia, è morto nella notte a causa di complicazioni dovute a polmonite e a malattie cardiache e vascolari: aveva avuto ben quattro infarti, il primo a soli 37 anni, e le sue condizioni di salute nel tempo erano peggiorate.
Quella di Richard Bruce Cheney, questo il suo nome di battesimo, è stata una carriera politica lunga quanto folgorante che lo ha visto nel corso degli anni passare da capo dello staff del presidente Gerald Ford fino a diventare segretario della Difesa sotto George H.W. Bush negli anni Ottanta, a guidare le forze armate Usa nella prima Guerra del Golfo, passando poi a lavorare a contatto con “Bush figlio” come suo vicepresidente, per molti critici quasi come “badante”.
Esercitò infatti il suo ruolo di numero due della Casa Bianca con un potere senza precedenti, lavorando nell’ombra come mente delle operazioni più controverse dell’amministrazione Bush nei primi anni Duemila. In particolare fu decisivo il suo ruolo nella scelta statunitense di invadere l’Iraq di Saddam Hussein nel 2003, dietro la falsa accusa di possesso di armi di distruzione di massa da parte del regime iracheno.
Nel 20009 l’ex direttore della Cia Leon Panetta rivelò l’esistenza di un programma contro il terrorismo semi-clandestino, voluto dallo stesso Cheney e tenuto nascosto al controllo del Congresso Usa, per consentire agli Stati Uniti di procedere alla “guerra al terrorismo” con metodi fuori dalla legalità: era il caso delle misure di sicurezza di Guantanamo, la base militare sull’isola di Cuba in cui sono stati reclusi prigionieri ritenuti connessi al terrorismo di matrice islamica, torturati in assenza di processo, ma anche di pratiche come le “extraordinary rendition”, veri e propri rapimenti illegali di “elementi ostili” da detenere in prigioni all’estero gestite della CIA, come la stessa Guantanamo.
Cheney fu tra i primi grandi nomi del Partito Repubblicano a sostenere Donald Trump nel 2016 durante le primarie del partito: una mossa che lo mise in aperto contrasto rispetto allo stesso George W. Bush e di Mitt Romney e John McCain, gli ex nominati Repubblicani nel 2008 e 2012. Lo scorso anno invece Cheney, come la figlia Elizabeth, anch’essa membro del GOP, dichiarò il sostegno alla candidata democratica Kamala Harris contro Trump.