Ma non si torna al voto

Valencia, si dimette il presidente della Regione Mazón: passo indietro un anno dopo la disastrosa gestione dell’alluvione

Esteri - di Redazione

3 Novembre 2025 alle 12:58

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Valencia, si dimette il presidente della Regione Mazón: passo indietro un anno dopo la disastrosa gestione dell’alluvione

Ha resistito al suo posto per 12 mesi, ancorandosi alla sua poltrona nonostante le proteste e la sfiducia del suo stesso partito.

Carlos Mazón, presidente della Comunità Valenciana, ha annunciato lunedì le sue dimissioni a un anno dalle alluvioni del 29 ottobre 2024 che devastarono la città e le aree vicine, provocando 229 vittime nella regione.

Una scelta che arriva dopo un anno di durissime proteste da parte dei familiari delle vittime, che contestavano a Mazón, esponente del Partido Popular di centrodestra, per la gestione deficitaria dell’emergenza. “So di aver commesso errori, lo riconosco”, ha detto Mazón in una dichiarazione ufficiale. “Per volontà personale mi sarei dimesso da tempo. Ci sono stati momenti insopportabili per me e la mia famiglia”, ha riconosciuto Mazón.

Le ultime proteste, al grido di “Assassino”, erano avvenute durante la cerimonia dello scorso 29 ottobre a Valencia in ricordo delle vittime dell’alluvione.

La posizione di Mazón si era fatta da tempo insostenibile per lo stesso Partido Popular, che pure ha pubblicamente difeso il suo presidente. Le responsabilità emerse in questi 12 mesi hanno infatti messo l’ormai ex numero uno della Comunità Valenciana di fronte all’impossibilità di proseguire il suo mandato: le indagini che hanno fatto seguito al disastro hanno permesso di ricostruire gli errori nella catena di comando per la gestione dell’emergenza del 29 ottobre scorso.

In particolare nel primo giorno dell’alluvione, il peggiore, il sistema di allarme pubblico fu attivato con ore di ritardo: ma anche Mazón fu a lungo irreperibile, si dilungò a pranzo con una giornalista arrivando in ritardo alla riunione del Centro di coordinamento operativo integrato, l’organo che stava gestendo l’emergenza.

Le dimissioni di Mazón non porteranno ad elezioni anticipate. “Faccio appello alla responsabilità della maggioranza parlamentare per eleggere un nuovo presidente della Generalitat capace di continuare la ricostruzione”, con queste parole infatti il presidente uscente ha annunciato la rinuncia al suo incarico, ma lasciando la scelta del suo successore all’attuale maggioranza in seno alla Comunità Valenciana a guida del Partido Popular, con il supporto della forza di estrema destra Vox.

In questo modo inoltre Mazón non rinuncia al suo seggio di deputato, che gli garantisce l’immunità parlamentare anche rispetto all’inchiesta coordinata dalla giudice istruttrice del tribunale di Catarroja, uno dei comuni più colpiti dalla tragedia, che ipotizza il reato di omicidio colposo per la gestione dell’emergenza.

Il governatore uscente ha accusato il governo centrale di Pedro Sanchez, a guida socialista, di “averci lasciati soli”, puntando di nuovo l’indice contro “le agenzie statali” di meteorologia e la Confederazione idrografica per non aver informato per tempo della gravità del rischio che si stava abbattendo sulla regione. Accuse rispedite al mittente dal governo di Madrid, che ha sempre sottolineato come l’ordinamento spagnolo preveda che spetti alle comunità autonome, cioè alle regioni, attivare il sistema di allarme pubblico (chiamato Es-Alert): a Valencia venne attivato solamente dopo le 20 di quel 29 ottobre, quando il disastro era già avvenuto.

Non a caso il ministro spagnolo dell’Economia, Carlos Cuerpo, ha parlato di dimissioni che “arrivano tardi e male”, criticando anche la scelta di non convocare elezioni anticipate nella regione. Quanto alle accuse di Mazón al governo centrale di aver “abbandonato” la regione nell’emergenza delle alluvioni, Cuerpo ha ribadito che l’esecutivo Sanchez “è stato in ogni momento e continuerà a stare al lato della cittadinanza, degli imprenditori e dei lavoratori” della regione, ricordando che gli aiuti stanziati finora per la ricostruzione ammontano a 8 miliardi di euro.

di: Redazione - 3 Novembre 2025

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