Il processo

Omicidio di Nada Cella, chiesto l’ergastolo per Anna Lucia Cecere: “Agito con lucida follia, il commercialista Soracco sapeva”

Cronaca - di Redazione

30 Ottobre 2025 alle 14:10

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Omicidio di Nada Cella, chiesto l’ergastolo per Anna Lucia Cecere: “Agito con lucida follia, il commercialista Soracco sapeva”

Una condanna all’ergastolo per Anna Lucia Cecere. È questa la richiesta della Procura di Genova nei confronti dell’ex insegnante, a processo con l’accusa di aver ucciso la segretaria Nada Cella il 6 maggio 1996 a Chiavari.

La richiesta, il massimo della pena, è stata pronunciata dalla pm Gabriella Dotto al termine di una lunga requisitoria in cui ha chiesto invece 4 anni di reclusione per Marco Soracco, il commercialista per cui lavorava la vittima, accusato di favoreggiamento: secondo l’accusa avrebbe saputo da subito chi era l’assassino dietro l’omicidio di Nada Cella, ma lo ha nascosto per tutti questi anni.

Un processo particolarmente atteso, quello per l’omicidio Cella: si tratta infatti di un “cold case” riaperto nel 2021, approdato per la prima volta oggi in aula nell’ambito di un processo avviato a gennaio in Corte d’Assise a Genova, con sentenza prevista nel settembre del prossimo anno. L’inchiesta sulla morte della segretaria, dopo anni e anni di silenzio, è stata riaperta grazie al lavoro e ai nuovi elementi scoperti dalla criminologa Antonella Delfino Pesce.

La requisitoria della pm Dotto è stato un durissimo atto di accusa nei confronti di Cecere: per la Procura l’ex insegnante originaria di Cuneo ha “agito con lucida follia per commettere un delitto d’impeto”, dimostrando “una indole che si sposa perfettamente con il delitto”.

La pm ha chiesto che vengano riconosciute le aggravanti dei futili motivi e della crudeltà, escludendo invece le attenuanti legate all’infanzia difficile. Cecere, ha aggiunto il pubblico ministero, non ha mai partecipato al processo, né accettato di essere interrogata: “Si è sempre sottratta all’esame, così come Soracco. Di lui abbiamo solo dichiarazioni spontanee contraddittorie, che non avrebbero retto a un confronto approfondito”. Secondo la procura, i futili motivi vanno individuati nella sproporzione tra le ragioni del gesto e la violenza esercitata: “Non si tratta di rivalità sul lavoro o di gelosia in senso stretto – ha spiegato la pm Dotto -. Alla base vi è l’invidia, la frustrazione per i riconoscimenti ottenuti da Nada Cella e negati all’imputata. Il raptus nasce dall’instabilità e dalla mancanza di autocontrollo che hanno dato sfogo alla furia omicida”. Quanto alla crudeltà, la pm ha richiamato la giurisprudenza che definisce l’aggravante come la volontà di infliggere un dolore aggiuntivo alla vittima: “Nada non muore subito, si difende fino all’ultimo. L’omicida usa strumenti diversi, calci, pugni e un oggetto contundente come una pinzatrice, per colpirla anche a terra. È la dimostrazione di una volontà di fare più male”

Quanto a Soracco, il commercialista “ha avuto paura di Cecere, ha constatato la pericolosità di quella persona. Ha avuto consapevolezza che accusare quella donna avrebbe comportato una accusa da parte sua. Per questo ha sempre mentito. È una vita che vengono ripetute menzogne ed è stato il principale responsabile dell’impunità di Cecere“. Sarocco, difeso dall’avvocato Andrea Vernazza, era già stato indagato per omicidio nel 1996 e poi prosciolto dopo due anni. Il commercialista avrebbe coperto Cecere, con la quale avrebbe intrattenuto un rapporto di amicizia o frequentazione, in un contesto nel quale la donna avrebbe sperato di “sistemarsi” col professionista.

di: Redazione - 30 Ottobre 2025

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