A Parigi
Colpo al Louvre, altri cinque arrestati per il furto: nessuna traccia della refurtiva da 88 milioni
Dopo i due fermati della settimana scorsa, che avrebbero cominciato parziali ammissioni, le altre persone rintracciate nei dintorni di Parigi. Il museo ha aperto dopo tre giorni di chiusura
Cronaca - di Redazione Web
Altre cinque persone sono state arrestate, accusate di aver partecipato al furto del secolo: quello al museo del Louvre a Parigi. Che in un primo momento, considerata la lentezza della reazione e delle ricerche mentre i ladri erano in fuga, sembrava potesse realmente essere il furto del secolo. E invece già sabato scorso erano stati arrestati due uomini. Nessuna novità invece sulla refurtiva, otto gioielli in tutto: un bottino del valore di circa 88 milioni di euro.
Il commando era entrato in piena mattinata, intorno alle 9:30, nelle stanze della Galleria Apollo, al primo piano del museo, utilizzando soltanto un montacarichi e indossando dei gilet gialli. In un video si vedeva anche uno dei ladri che tagliava il vetro di una teca all’interno del museo. Il furto è durato in tutto circa sette minuti, nella fuga i ladri avrebbero perso diversi oggetti: un casco da scooter, una fiamma ossidrica, un walkie-talkie, un gilet giallo, una coperta e persino una tanica di benzina. Il Louvre ha aperto dopo tre giorni di chiusura.
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A dare notizia degli altri arresti la procuratrice di Parigi, Laure Beccuau. Uno dei cinque era ricercato per il ritrovamento di alcune tracce di dna che lo avrebbero collegato al furto, le altre quattro persone invece “possono dare informazioni su come si sono svolti i fatti”. Gli arresti sono avvenuti in “luoghi diversi” di Parigi e dintorno alle 21:00 circa di ieri sera. “Uno di loro era effettivamente uno degli obiettivi degli inquirenti, lo avevamo nel mirino”.
I primi due arrestati – accusati di “rapina organizzata e associazione a delinquere” – avrebbero fatto delle parziali ammissioni anche se non hanno confessato “spontaneamente” l’azione, avevano fatto sapere mercoledì. Si tratta di un 34enne algerino che vive in Francia dal 2010, arrestato all’aeroporto di Parigi mentre provava a rientrare in Algeria: secondo l’accusa tracce del suo dna sarebbero state ritrovate su uno dei motorini utilizzati per fuggire. L’altro fermato è un 39enne nato a Aubervilliers, nord-est della capitale, con precedenti per furto. Nel suo caso le tracce di dna che lo accusano sarebbero state ritrovate su una delle vetrine rotte e su alcuni oggetti trafugati ma persi nella fuga.