I casi a Roma, Genova e Torino
Antifascismo e violenza neofascista: una doppia pericolosa morale
Viviamo in un Paese in cui gli antifascisti vengono trattati da fuorilegge, mentre chi inneggia al fascismo agisce indisturbato
Cronaca - di Marco Grimaldi
Sabato notte, a Genova, un gruppo armato di spranghe ha fatto irruzione nel liceo Da Vinci, occupato pacificamente dagli studenti. Al grido di “Viva il Duce”, hanno devastato aule, infranto vetri, svuotato estintori e lasciato svastiche e scritte inneggianti al fascismo. Scene simili si sono ripetute a Roma, al liceo Bramante, e a Pinerolo, dove studenti in occupazione sono stati aggrediti da incappucciati con pietre e uova. Lo striscione rubato è ricomparso con una scritta agghiacciante: “Zecche rosse tornate nelle fosse”.
Ancora sabato notte, ancora Roma: il giornalista Alessandro Sahebi è stato aggredito per aver indossato una felpa antifascista. Era con la compagna e il figlio. Tre uomini lo hanno fermato, gli hanno intimato di toglierla. Al suo rifiuto, lo hanno colpito al volto. A Torino, davanti al liceo Einstein, la polizia in antisommossa è intervenuta per “difendere” un volantinaggio di Gioventù Nazionale, manganellando studenti, anche minorenni, che stavano semplicemente entrando a scuola. Uno di loro è stato ammanettato e portato in questura. Il volantino distribuito? Un testo “anti-maranza”, dal messaggio razzista e classista, che punta il dito contro giovani di quartieri popolari, descritti come devianza da raddrizzare con “fedeltà alla bandiera”.
Viviamo in un Paese in cui gli antifascisti vengono trattati da fuorilegge, mentre chi inneggia al fascismo agisce indisturbato. In cui la disobbedienza non violenta viene repressa come terrorismo, mentre l’apologia di fascismo non suscita reazioni istituzionali. In cui i giovani delle periferie sono stigmatizzati, dileggiati, criminalizzati, anziché ascoltati e tutelati. E mentre a Predappio si celebra l’anniversario della marcia su Roma, il Governo tace. Si agita lo spettro dell’eversione rossa, si parla di “violenza politica” contro chi distribuisce volantini discriminatori, ma si ignora la violenza neofascista che colpisce scuole, studenti, giornalisti. È una doppia morale pericolosa. Una distorsione che ci chiama tutti e tutte ad aprire gli occhi. Perché l’antifascismo non è un reato. È un dovere costituzionale.