Il piano di riarmo europeo
Il folle piano dell’Europa, 14mila euro a testa per armarci: siamo tornati alla guerra “igiene del mondo”
Di fronte a queste cifre si resta senza parole. Se il piano sarà attuato, l’Europa si trasformerà da Comunità politica e sociale in Comunità militare
Politica - di Piero Sansonetti
Il piano di riarmo per l’Europa è pronto. Lo ha annunciato Ursula Von der Leyen. Prevede una spesa di 6800 miliardi in dieci anni. Facciamo un calcolo semplice. Dividiamo 6800 miliardi per 500 milioni, cioè per il numero degli abitanti dell’Europa. Compresi i bambini e i neonati. Fa 13.600. Quasi quattordici mila euro a testa, in media, per tutti.
Cioè, per capirci, per una famiglia di madre, padre e due figli la spesa prevista è di 56 mila euro. Cinquemila e seicento euro all’anno. Se poi contiamo che comunque ci sono gli evasori, soprattutto in Italia ma non solo, probabilmente arriviamo a una cifra media di sei o sette mila euro all’anno. Di fronte a queste cifre si resta senza parole. Se il piano sarà attuato, l’Europa si trasformerà da Comunità politica e sociale in Comunità militare.
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E’ evidente che un peso economico così forte avrà conseguenze devastanti sul welfare, sulla scuola, sulla sanità e sul bilancio dei singoli e delle famiglie. Non si tratta semplicemente di una manovra economica, ma di una scelta “esistenziale”: si torna all’idea che gli Stati, o anche le confederazioni degli Stati, sono essenzialmente la loro forza militare. Cioè ai principi che nella prima metà secolo scorso trascinarono l’Europa in una guerra quasi ininterrotta che ne bloccò lo sviluppo e ne decimò la popolazione.
Io penso che la battaglia contro questo piano folle sia la grande emergenza per la politica. Per la sinistra in particolare. La grandezza dell’Europa, in questi ottant’anni, è stata la sua propensione alla pace. E nello spirito pubblico delle ultime generazioni, compresa la mia che è composta da persone nate subito dopo la fine della guerra, era radicatissima l’idea della pace come condizione naturale di sviluppo del mondo civile. E’ questa idea che rischia di morire.
Le classi dirigenti dell’Occidente sembrano orientate a recuperare il valore della guerra come motore della moralità e dello sviluppo dei popoli e delle nazioni. Di tornare a Marinetti e ai futuristi che consideravano la guerra “l’igiene del mondo”. Lo scontro politico che è aperto non è tra diverse correnti di pensiero in una cornice comune. E’ l’urto tra due concezioni inconciliabili di modernità. Quella pacifica e quella militarista, quella che mette al centro di tutto il sociale, e quella che invece mette al centro la forza militare. Torna inesorabile la previsione di Rosa Luxemburg: socialismo o barbarie.