Il nuovo film del regista

La vita è così: Diego Abatantuono e Aldo Baglio nell’ultima pellicola di Milani

Il regista di “Come un gatto in tangenziale” porta sul grande schermo la vera storia del pastore sardo che si è rifi utato fi no alla morte di vendere la sua terra a un immobiliarista. “Raccontiamo il ricatto del lavoro”

Spettacoli - di Chiara Nicoletti

16 Ottobre 2025 alle 15:19

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AP Photo/Andrew Medichini
AP Photo/Andrew Medichini

“Dovrebbero farci un film sulla storia del pastore Efisio Mulas, uno di quelli con Alberto Sordi che vedevamo un tempo nella commedia italiana”. Lo dice con nostalgia l’autista sardo dell’imprenditore immobiliare milanese interpretato da Diego Abatantuono nella commedia film d’apertura della 20esima Festa del Cinema di Roma, La Vita va così. Il film diretto da Riccardo Milani non fa che seguire quel consiglio-suggerimento e racconta la storia vera dello scontro tra un pastore sardo, ostinato a non cedere la sua terra e il presidente di un potente gruppo immobiliare che su quel terreno vorrebbe edificare un resort di lusso.

Con Virginia Raffaele nel ruolo della figlia del pastore, l’indomabile Giuseppe Ignazio Loi in quello dell’inconvincibile Efisio ed Aldo Baglio nei panni del capo cantiere incaricato di convincere Efisio a mollare la presa, La Vita va così segue la scia dei film di Milani che puntano a scoprire “l’umanità che è rimasta nascosta in ognuno di noi, cercando sempre un punto di incontro possibile tra fronti opposti anche quando l’ostilità, fomentata, sembra prevalere”. Riccardo Milani svela l’incipit di questa storia: “Ho conosciuto la vicenda una decina d’anni fa, frequentando il sud della Sardegna, leggevo gli articoli, conoscevo i luoghi; quando il protagonista è morto ho chiamato il produttore Mario Gianani: era il momento di raccontarla. Mi interessavano due segnali che arrivavano da questa vicenda: un uomo che sa dire di no e ha il coraggio di dire no, un valore in cui credo molto e che credo manchi un po’ a tutti noi; una comunità che si trova spaccata di fronte a questa storia a causa del conflitto tra la necessità del lavoro e la tutela del territorio che in Italia (e non solo) fatica sempre a trovare un punto d’incontro. Con Michele Astori, lo sceneggiatore, abbiamo provato a mostrarla da più punti di vista: faccio film per parlare anche a chi non la pensa come me, e la commedia permette questo”.

In La vita va così, lo scontro tra “titani” dura oltre i 10 anni, nel frattempo arriva l’Euro, l’Italia cambia, “a Milano è sparita la nebbia” ed a dominare la scena ci sono le nuove generazioni dell’edilizia green e delle tisane e i frullati bio. Nella realtà, ci si chiede come sia andata a finire. Il resort ha avuto la meglio sulla casetta del perseverante Efisio? Racconta Milani: “La vicenda reale si è svolta e si svolge ancora, perché non è una questione ancora risolta. C’è stata una sentenza che ha ordinato la demolizione di una parte di quegli edifici che sono stati costruiti, però c’è soprattutto la volontà sia da parte di chi ha costruito, ma anche di una buona parte della popolazione di quei territori, di mantenere in piedi ancora quelle costruzioni per poter poi avere uno sbocco positivo per quello che riguarda la costruzione di quel resort, o perlomeno di recuperarli”.

Come un gatto in tangenziale, Ma cosa ti dice il cervello, Scusate se esisto sono alcuni dei titoli campioni di incassi che hanno reso celebre Riccardo Milani, titoli che vengono percepiti come più divertenti e allegri dei recenti Un mondo a parte e La vita va così: “Ma io non so se altri film siano stati molto più divertenti di questo – si interroga il regista, rispondendo alla perplessità. Sicuramente non c’è una scelta, ecco, né una strategia: c’è l’istinto. L’istinto a volte viene superato anche da quello che vedi. Quindi penso che sia un film di commedia in cui ci siano elementi per divertirsi e per far divertire il pubblico, ma anche elementi di riflessione, come in altri film. Sono delle commedie perché ogni tanto si ride, ma i temi che mi stanno a cuore sono temi che riguardano un po’ tutti noi, tutto il Paese. O almeno ho la speranza che siano problemi che riguardino tutti noi. È vero che ci sono gli immobiliaristi da una parte e la popolazione dall’altra, però sono territori in cui la gente è abituata a essere messa l’una contro l’altra, ad avere questo ricatto del lavoro, perché c’è una disperazione autentica, vera. Quindi, c’è forse una nota di amaro in più, perché nel mio paese mi dà dolore e sofferenza vedere gente senza lavoro. Sulla disperazione poi si giocano partite enormi, con flussi che vanno da una parte all’altra. Penso che il film dia, o perlomeno che io abbia cercato di dare, un segnale: quello di trovare un punto di incontro, come in altri film, un punto di incontro tra persone agli opposti. Penso che il confronto sia una necessità di questo Paese: non c’è solo lo scontro o l’ostilità a tutti i costi. Ci sono diversità di vedute, ma il confronto penso sia necessario per uscirne fuori”.

Agli attori del film, soprattutto a Raffaele, Abatantuono e Baglio viene chiesto quanto la commedia possa essere strumento efficace pr accendere i riflettori su in tema del genere. È Abatantuono il primo a rispondere: “La commedia è la forza del nostro cinema, da Scola a Monicelli e Risi. Il mio è un personaggio non comico: pensa di fare il bene, portando lavoro, ma si scontra con un resistente vero, con la dignità; alla fine ne capisce le ragioni e vede anche la deriva di sua figlia”. Aldo Baglio spiega la folgorazione avuta con il film: “Mi ha colpito che una persona, forte delle radici e del rispetto per i suoi antenati, riesca a ostacolare un progetto enorme: è una storia vera, ma un’anomalia; spesso il mondo non va così, è quasi utopia”. Conclude Virginia Raffaele: “È una storia divisiva, spinge a cambiare idea; per me il messaggio è coraggio unito alla dignità: ascoltare le voci, anche quella di un pastore contro una multinazionale, fa credere che tutto sia possibile”. Sottolinea infine Abatantuono: “La dignità non si compra. Gigi Riva lo ha insegnato. Tenere duro è raro, pochi reggerebbero l’urto”.

16 Ottobre 2025

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