Il caso della ministra

Dopo Segre anche Parolin sferza Roccella: “Ad Auschwitz si va per fare memoria”

Se ora però Roccella si dice d’accordo con Parolin, evidentemente non è d’accordo con se stessa.

Politica - di Redazione Web

16 Ottobre 2025 alle 12:30

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Photo collage Lapresse
Photo collage Lapresse

“Ad Auschwitz non si va in gita”. Dopo aver incassato lo schiaffo del Memoriale della Shoah e la stilettata di Liliana Segre, la ministra della Famiglia, Eugenia Roccella, prende pure una bacchettata anche dal segretario di Stato della Santa Sede, Pietro Parolin.

“Penso che ad Auschwitz – ha chiosato il religioso a margine di un evento a Palazzo Borromeo, dove si svolge la cerimonia di conferimento del VI Premio Letterario “Ambasciatori presso la Santa Sede” – non si va in gita, ma per fare memoria di una tragedia immane che ha colpito il popolo di Israele e che deve rimanere un monito per tutti noi di fronte anche alla crescita dell’antisemitismo, alla quale purtroppo assistiamo”. “Questi – ha continuato Parolin – sono punti di memoria che, devono essere continuamente richiamati, quindi l’andare lì vuol dire fare questo gesto, fare un gesto di memoria e un gesto di solidarietà”.

Roccella però fa finta di non capire e dichiara, come se nulla fosse accaduto di essere “perfettamente d’accordo con il cardinale Parolin. Ad Auschwitz non si deve andare in gita: si va per ricordare l’antisemitismo di ieri e combattere quello di oggi, una piaga che dobbiamo tutti insieme sconfiggere. È esattamente quello che ho voluto dire”. Quello che però la ministra aveva voluto dire era però ben diverso da quello che ha detto oggi Parolin. Roccella si era infatti chiesta durante un evento organizzato dall’Unione delle Comunità ebraiche italiane (Ucei) a Roma: “Tutte le gite scolastiche ad Auschwitz, cosa sono state? Sono state davvero gite? A che cosa sono servite?”. E si era risposta da sola con queste esatte parole: “Sono state incoraggiate e valorizzate perché servivano esattamente all’inverso. Servivano a dirci che l’antisemitismo era qualcosa che riguardava un tempo ormai collocato nella storia, collocato ormai in un passato storico, e collocato in una precisa area: il fascismo. Le gite ad Auschwitz secondo me sono state un modo per ribadire che l’antisemitismo era una questione fascista e basta”.

In parole povere, “le gite” ad Auschwitz sono organizzate da quei buontemponi della sinistra per gettare fango sui fascisti. Se ora però Roccella si dice d’accordo con Parolin, evidentemente non è d’accordo con se stessa. A volte, piuttosto che fare ammuina basta scusarsi. Magari suona insincero, ma senz’altro meno offensivo per l’intelligenza degli elettori.

16 Ottobre 2025

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