La tesi della ministra

Roccella e le “gite” ad Auschwitz, su antisemitismo e fascismo la lezione di Liliana Segre: “Verità fa male a chi nasconde scheletri”

Politica - di Redazione

13 Ottobre 2025 alle 11:18

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Roccella e le “gite” ad Auschwitz, su antisemitismo e fascismo la lezione di Liliana Segre: “Verità fa male a chi nasconde scheletri”

La risposta migliore alla ministra della Famiglia Eugenia Roccella l’ha data chi ad Auschwitz nel 1944 era stata deportata in quanto ebrea, rimanendoci per un anno prima di essere liberata: “La memoria della verità storica fa male solo a chi conserva scheletri negli armadi”.

Così la senatrice a vita Liliana Segre ha risposto alle parole della ministra Roccella, intervenuta domenica ad un evento organizzato dall’Unione delle Comunità ebraiche italiane (Ucei) al Cnel di Roma. Nel suo discorso, incentrato sull’antisemitismo in Italia. Problema con cui nel Paese “non abbiamo fatto i conti fino in fondo”, ha detto la ministra, prendendo come esempio i viaggi di istruzione organizzati dalle scuole al campo di concentramento di Auschwitz che Roccella, esponente del mondo ultraconservatore cattolico e vicina a Fratelli d’Italia, ha definito “gite”.

“Tutte le gite scolastiche ad Auschwitz, cosa sono state? Sono state davvero gite? A che cosa sono servite? Sono state incoraggiate e valorizzate perché servivano esattamente all’inverso. Servivano a dirci che l’antisemitismo era qualcosa che riguardava un tempo ormai collocato nella storia, collocato ormai in un passato storico, e collocato in una precisa area: il fascismo. Le gite ad Auschwitz secondo me sono state un modo per ribadire che l’antisemitismo era una questione fascista e basta”, ha detto nel suo intervento Roccella, accanto ad un Renato Brunella, presidente del Cnel, che la guarda attonito.

Parole che hanno generato un vespaio di polemiche. La segretaria del Partito Democratico Elly Schlein ha chiesto alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni di prendere le distanze dalla ministra “perché a tutto c’è un limite, nonostante questo governo dimostri come sia possibile superarlo anche insultando i viaggi della memoria ad Auschwitz e provando a riscrivere la storia”.

Ma le parole più forti contro la ministra Roccella sono arrivate dalla senatrice a vita Liliana Segre. “Stento a credere che una ministra della Repubblica, dopo avere definito “gite” i viaggi di istruzione ad Auschwitz, possa avere detto che sono stati incoraggiati per incentivare l’antifascismo. Quale sarebbe la colpa? Durante la Seconda guerra mondiale, in tutta l’Europa occupata dalle potenze dell’Asse, i nazisti, con la collaborazione zelante dei fascisti locali – compresi quelli italiani della RSI – realizzarono una colossale industria della morte per cancellare dalla faccia della terra ebrei, rom e sinti e altre minoranze. La formazione dei nostri figli e nipoti deve partire dalla conoscenza della storia. La memoria della verità storica fa male solo a chi conserva scheletri negli armadi”, la risposta durissima della senatrice a vita.

Sul punto la ministra però non arretra di un millimetro. Le critiche e le osservazioni non smuovono Roccella, che risponde anzi alzando il tiro: “Mi rendo conto che la sinistra, tra la Albanese portata in trionfo, gli striscioni che inneggiano al 7 ottobre, le piazze e le università messe a ferro e fuoco e il cessate il fuoco siglato da Trump, non sappia più che pesci prendere. E quindi non resta altro che far finta di non capire e cercare disperatamente di strumentalizzare le parole altrui”.

Punto chiarito poi ad una intervista autoassolutoria concessa al Giornale. Al quotidiano la ministra spiega che “è una vita che sono vicina al mondo ebraico, una vita che sono impegnata in questa battaglia contro pregiudizio e discriminazione, non dimenticate che vengo dai Radicali, che hanno sempre avuto una posizione molto chiara. La politica purtroppo oggi ribalta e strumentalizza qualsiasi cosa. La verità è che li ho toccati su un nervo scoperto. Il tentativo è quello di rovesciare i fatti appigliandosi al nulla”. Secondo Roccella il suo ragionamento era chiaro: “Ho detto che se non si riconosce l’antisemitismo che si respira oggi e non lo si spiega ai ragazzi, si rischia di ridurre le visite ai campi di concentramento a semplici gite”.

di: Redazione - 13 Ottobre 2025

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