La lettera del figlio

Giustino Fortunato e le due Italie, il libro postumo di Antonio Sarubbi sullo studioso tra i principali rappresentanti del meridionalismo

Cultura - di Redazione Web

14 Ottobre 2025 alle 12:02

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Giustino Fortunato e le due Italie, il libro postumo di Antonio Sarubbi sullo studioso tra i principali rappresentanti del meridionalismo

La stesura del volume Giustino Fortunato e le due Italie è stata completata dall’Autore poco prima della sua morte, avvenuta nel giugno del 2015. Il testo riprende idee, articoli, saggi scritti in oltre vent’anni di studi e ricerche inedite, partendo dalle prime riforme, rivoluzioni e tentativi di creazione degli Stati italiani, da Cavour al primo dopoguerra, dalla crisi dello Stato liberale al fascismo, fino alla battaglia dei liberali e democratici contro l’avvento della dittatura e dello sforzo verso l’Unione Democratica Nazionale per organizzare un vero e proprio partito dei ceti medi.
In una fase assai complessa dei rapporti Internazionali che naturalmente generano grave ripercussione nell’ambito delle singole nazioni potrà essere utile soffermarsi sugli snodi più emblematici delle vicende politiche italiane agli inizi dell’avventura unitaria. Il libro postumo di Antonio Sarubbi offre singolari spunti alla riflessione personale su tematiche delicate solo apparentemente superate dal progresso ma profondamente ancora incise nel comportamento e nell’etica di milioni di italiani.

Riceviamo e pubblichiamo inoltre la lettera del figlio Giuseppe Sarubbi al padre Antonio.

Ad Antonio Sarubbi
Quante volte ho pensato di poterti scrivere una lettera, caro papà? Quante volte avrei voluto mettere per iscritto quello che pensavo di te e naturalmente della mamma? Quante volte in tutti questi anni mi sono sorpreso a parlare con te come e fossi ancora fra noi?
Adesso trovo il coraggio o meglio mi libero del rimpianto e cerco di trovare le parole in qualche modo meno banali, più capaci di esprimere la luce calda di una memoria sempre viva. È difficile scegliere fra i tanti ricordi, fra i tanti momenti lieti fatti di risate fragorose magari a tavola quando c’era ancora il nonno!
Voglio però ricordarti in quei momenti, nei quali mi apparivi quasi irraggiungibile.
Quando ti concentravi nello studio e restavi ore e ore a leggere, a scrivere, a studiare, insomma davi sfogo alla tua straordinaria passione di studioso mai domo e pronto a trovare sempre un discorso originale che permettesse di andare oltre.
Ricordo infatti che qualche volta di sera sul tardi quando tornavo dopo qualche ora passata con gli amici il chiarore della luce che filtrava dal tuo studio mi spingeva a guardarti mentre del tutto preso nella lettura continuavi anche di notta fonda nella tua insaziabile curiosità di conoscenza.
Ricordo i lunghi viaggi per raggiungere Stigliano nel corso dei quali ripercorrevi la storia delle grandi trasformazioni industriali che avrebbero condotto alla fondazione dell’IRI.
Oggi il tempo è trascorso, la vita quotidiana ci travolge.
Ma resta nitido il ritratto della tua Volontà di ricerca che ti accomunava al magnifico esempio di tuo zio Rocco Montano, storico della letteratura italiana le cui pagine, specie in un momento così drammatico come quello che stiamo vivendo, mi sembrano profetiche.
Mi piace ricordarti così nella concreta discrezione degli affetti che la sensibilità lucana ci ha consegnato.
Con dolce amaritudine
Giuseppe

14 Ottobre 2025

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