Bloccate autostrade e tangenziali, treni e ospedali nonostante la Francia si fosse blindata per la giornata di bloquons tout, “blocchiamo tutto”. Proteste che erano state annunciate in estate e che sono puntualmente scattate praticamente all’alba. Si registrano disagi al traffico e tafferugli in tutto il Paese tra manifestanti e polizia. A poche ore dall’esplosione delle proteste erano già quasi 200 le persone arrestate in tutta la Francia in quello che Bruno Retailleau, ministro dell’Interno uscente, ha definito una mobilitazione dirottata dall’estrema sinistra.
La protesta era stata annunciata prima dell’estate, aveva riunito una galassia di forze che riuniva anti-vaccinisti, anti-europeisti, nazionalisti, estrema destra. Appuntamento al 10 settembre. “Bayrou se ne deve andare”, ripetevano gli organizzatori. E il premier se n’è andato dopo il voto di lunedì, dopo aver chiesto l’approvazione di un piano di risparmi da 44 miliardi per ridurre deficit e debito pubblico, dopo appena nove mesi e alla prima crisi. Sébastien Lecornu il nuovo premier, fedelissimo del presidente Emmanuel Macron. “Voglio sinceramente dire ai nostri compatrioti che comprendo le loro aspettative e che sono consapevole delle difficoltà. Stiamo lavorando con umiltà e faremo tutto il possibile per avere successo”, ha scritto su X il premier che ieri aveva avviato le prime consultazioni.
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L’ispiratore del movimento è stato per molti individuati in Coluche, un comico che a fine anni ’80 proclamava la sua candidatura alle elezioni presidenziali, sorta di antesignano di Beppe Grillo. Le proteste hanno ricordato a molti osservatori quelle dei Gilet Gialli anche se una ricerca della Fondation Jean-Jaurès ha tracciato un ritratto molto diverso del popolo che è sceso rispetto a quello che fece molto discutere alla fine degli anni ’10. Non c’è un vero e proprio leader, la mobilitazione è nata e si è alimentata su Facebook e su Telegram, in particolare sul gruppo “Les Essentiels”. Nell’estate aveva fatto molto parlare di sé il movimento “C’est Nicolas qui paie”, germinato negli ambienti dell’estrema destra che faceva riferimento a un uomo comune, un trentenne urbano e istruito, almeno diplomato, ma economicamente sacrificato.
“Un personaggio di fantasia – si leggeva su Le Monde – che paga saggiamente le sue tasse, i suoi dazi, i suoi oneri e si lascia ‘derubare’ in silenzio dallo Stato”. Era esploso sui social per arrivare nelle strade con poster, adesivi, volantini. “Non vogliamo creare un partito, un giorno potremmo proporre azioni concrete nelle strade. Stiamo lavorando con volontari per divulgare e diffondere il nostro messaggio”. Ogni mese, è Nicolas che paga’”, aveva detto il deputato Gérault Verny, dell’Unione delle Destre per la Repubblica, all’Assemblea Nazionale. Verny aveva anche depositato il marchio presso l’Istituto Nazionale della Proprietà Industriale. Ormai assodato dai media che il leader della France Insoumise, sinistra radicale, Jean Luc Melenchon sia diventato un protagonista della mobilitazione.
I manifestanti hanno cominciato bloccando strade, depositi degli autobus, praticamente a partire dall’alba. Alcuni hanno incendiato automobili. “Quasi 200 arresti” sono stati effettuati in tutta la Francia secondo il dicastero “con una cinquantina di azioni per sbloccare la situazione”. 132 gli arresti avvenuti soltanto nella Capitale e nei dintorni stando alla Prefettura di Parigi. 80mila gendarmi erano stati mobilitato in tutto il Paese per tenere sotto controllo i siti sensibili. I servizi di sicurezza si aspettavano 100mila persone in piazza. Il ministro degli Interni Bruno Retailleau aveva annunciato tolleranza zero.
“La mobilitazione non è in alcun modo una mobilitazione cittadina. Questo è molto chiaro, in particolare nei metodi e nelle modalità operative. È stata dirottata, catturata e confiscata dai movimenti estremisti e di estrema sinistra, sostenuti dal movimento Insoumis”, aveva ribadito il ministro. “Abbiamo visto gruppi incappucciati, vestiti di nero. Riconosciamo il Dna dei movimenti estremisti e di estrema sinistra”. Retailleau ha condannato il lancio di pietre da lastrico su agenti di polizia da parte di manifestanti avvenuto nella protesta a Lione. “Gli agenti della polizia antisommossa sono stati presi di mira con pietre da lastrico. Per ucciderli. Il mio pieno sostegno a questa Francia coraggiosa che si oppone all’odio anti-polizia”.