Divi e proteste

Stop genocidio, al Festival di Venezia arriva il corteo pro Gaza

Alle 17 di oggi Sabato 30 Settembre, al Lido, partirà dal molo Santa Maria Elisabetta, il corteo “Stop al genocidio - Palestina libera” che arriverà fino al Palazzo del Cinema

Spettacoli - di Chiara Nicoletti

30 Agosto 2025 alle 13:00

Condividi l'articolo

Photo by Gian Mattia D’Alberto/Lapresse
Photo by Gian Mattia D’Alberto/Lapresse

Non solo cinema alla Mostra D’Arte Cinematografica di Venezia: alle 17 di oggi sabato 30 Settembre, al Lido, partirà dal molo Santa Maria Elisabetta, il corteo “Stop al genocidio – Palestina libera che arriverà fino al Palazzo del Cinema e cuore della rassegna cinematografica.

La manifestazione, lanciata dai centri sociali veneziani e sposata da associazioni di artisti e professionisti dell’industria cinematografica, prevede la partecipazione di più di tremila partecipanti ed è stata presentata già il primo giorno di Festival con un flash mob con slogan Free Palestine davanti al red carpet pronto per l’apertura con il film di Paolo Sorrentino, La Grazia. Si prevede un grande coinvolgimento poiché già dal 22 agosto, con una lettera aperta al direttivo della Mostra, il neonato collettivo Venice4Palestine (V4P), che tra i circa 1.500 attori e registi italiani firmatari comprende Ken Loach, Jasmine Trinca, Marco Bellocchio, Laura Morante, Valeria Golino, Toni e Beppe Servillo, Fiorella Mannoia, Alba e Alice Rohrwacher, Claudio Santamaria, Gabriele Muccino, Serena Dandini, Susanna Nicchiarelli, Silvia Scola, chiedeva alla Biennale, la Mostra e le sue sezioni indipendenti come Giornate degli Autori e Settimana della Critica di prendere una posizione netta contro il genocidio.

Alla Mostra è stato poi chiesto di dare il proprio apporto concreto, “interrompendo le partnership con qualunque organizzazione che sostiene il governo israeliano, direttamente o indirettamente” e ritirando l’invito a partecipare a due dei protagonisti dell’ultimo film di Julian Schnabel, In the Hand of Dante, l’attrice israeliana Gal Gadot ( conosciuta ai più per il ruolo di Wonder Woman) e Gerard Butler, reo di aver in passato partecipato a raccolte fondi a supporto dell’esercito israeliano. La replica di Alberto Barbera, direttore della Mostra, a queste richieste non si è fatta attendere: “Rispetto alle richieste di esprimere una linea su Gaza – ha detto – la nostra posizione è che da un lato siamo la principale istituzione culturale italiana, un luogo di apertura, di discussione, di dibattito, che non esercita alcuna forma di censura, nei confronti di nessuno, per questo rispediamo al mittente la richiesta di escludere degli artisti se intendono presenziare alla Mostra del cinema. E dall’altra parte non abbiamo mai esitato a esprimere e dichiarare chiaramente la nostra enorme sofferenza di fronte a quello che sta succedendo a Gaza e in Palestina’’.

È di qualche ora fa, rispetto a questa richiesta di esclusione, la reazione di Carlo Verdone che d’accordo con il pensiero di Barbera e della Mostra, in un’intervista sul Corriere, ha dichiarato di “essere stato messo in mezzo”, spiegando la sua presenza nella lista dei firmatari. Ha chiarito: “Mi ha chiamato Silvia Scola, la figlia di Ettore Scola, chiedendomi se volevo firmare un appello contro quello che sta accadendo a Gaza, che va condannato in tutti i modi, nell’ambito della Mostra, manifestando a una platea ampia la sensibilità del cinema, che non è chiuso nell’indifferenza. E ho firmato. In un secondo momento i promotori pro Palestina hanno aggiunto i nomi di quei due attori. Non sono d’accordo nell’escludere gli artisti. Un festival è un tavolo di confronto, di tolleranza e di libertà. Questo invece significa censurare. Poi certo non si possono chiudere gli occhi su ciò che sta accadendo a Gaza”.

30 Agosto 2025

Condividi l'articolo