La diplomazia e l'autodeterminazione
Chi riconosce la Palestina: quali sono gli Stati, la posizione dell’Italia, le risoluzioni ONU
Parigi e Londra si muovono mentre nella Striscia di Gaza si denunciano carestia e genocidio. Il governo Meloni no
News - di Redazione Web
Non batte un colpo l’Italia, il governo di centrodestra di Giorgia Meloni, neanche nei giorni della carestia denunciata dalle organizzazioni internazionali e del genocidio definito anche da alcune ong israeliane. L’ultimo riconoscimento, in ordine di tempo, ha fatto intanto parecchio rumore: il Regno Unito approverà entro settembre lo Stato di Palestina. Lo ha annunciato il premier Keir Starmer, a meno che il governo israeliano del premier Benjamin Netanyahu non faccia entrare cibo e beni essenziali nella Striscia di Gaza.
Secondo gli ultimi dati di Hamas sono oltre 60mila i morti dall’inizio delle operazioni militari israeliane scattate dopo i massacri di Hamas del 7 ottobre 2023, una dato parziale e non verificabile, comunque sottodimensionato rispetto alle reali dimensioni della catastrofe secondo uno studio di Lancet dello scorso gennaio. Secondo il ministero della salute palestinese nelle ultime 24 ore sono morte di fame sette persone, 154 dall’inizio della guerra di cui 89 bambini. La questione degli aiuti è ormai centrale: dopo tre mesi di blocco, la distribuzione tramite la Gaza Humanitarian Foundation, gli attacchi ai centri distribuzione, al momento organizzazioni e cooperanti sul posto parlano di carestia nella Striscia.
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Al momento sono 147 su 193 gli Stati membri delle Nazioni Unite che riconoscono la Palestina. Il riconoscimento è un atto formale e diplomatico con il quale uno Stato conferisce sovranità a un territorio e autodeterminazione politica al popolo che lo abita. In questo momento storico è un’altra maniera ufficiale e diplomatica per mettere pressione su Israele e i suoi alleati, affinché finisca l’assedio della Striscia e la mattanza dei suoi abitanti andata ormai molto oltre la propagandata reazione ai massacri di Hamas.
La mossa di Starmer, e prima di lui della Francia del Presidente Emmanuel Macron appena la settimana scorsa, punta al riconoscimento della Palestina nell’ottica della soluzione dei due Stati. Allo stesso tempo il premier britannico ha chiesto il rilascio di tutti gli ostaggi e il cessate il fuoco. Parigi tuttavia non aveva posto condizioni, annuncerà il riconoscimento alla prossima Assemblea generale delle Nazioni Unite in programma a New York tra il 9 e il 23 settembre prossimi.
Chi riconosce la Palestina
La maggioranza degli Stati che riconoscono la Palestina sono asiatici, africani, dell’Europa dell’Est e del Sudamerica. L’Occidente è poco rappresentato. Con ordine: il primo Paese a riconoscere la Palestina è stato l’Algeria, nel 1988, seguita a stretto giro da gran parte dei Paesi del mondo arabo, India, Turchia, Cina e Unione Sovietica che in quanto Federazione Russa nel 2011 ha confermato il riconoscimento con il presidente Dmitry Medvedev. Anche molti Paesi africani, sudamericani come Argentina, Brasile e Cile tra il 2010 e il 2012.
È stata la Svezia il primo Paese nell’Unione Europea a riconoscere la Palestina, nel 2014. Cipro l’aveva già riconosciuta nel 1998, prima di entrare nell’Unione nel 2004. Così come era stata riconosciuta da una serie di Paesi parte dell’Unione Sovietica: Bulgaria, Ungheria, Polonia, Romania, Slovacchia e Repubblica Ceca. Praga e Budapest ospitano ancora un’ambasciata ma non riconoscono più lo Stato dopo la fine dell’URSS. L’anno scorso, in una decisione analoga a quella di Parigi e Londra, avevano riconosciuto la Palestina Irlanda, Spagna, Slovenia e Norvegia.
La bandiera palestinese è stata issata per la prima volta alle Nazioni Unite nel novembre del 2012 dopo che l’Assemblea Generale ha votato a stragrande maggioranza per elevare lo status dei palestinesi a “Stato osservatore non membro”. L’anno scorso la stessa assemblea ha votato una risoluzione per la Palestina “qualificata a diventare Stato membro” con 143 voti a favore, 25 astenuti (Italia compresa) e nove contrari, tra cui gli Stati Uniti.
Con Francia e Regno Uniti i Paesi che riconoscono la Palestina saliranno a 149 su 193 Paesi membri dell’ONU, anche Canada e Australia starebbero prendendo in considerazione la possibilità del riconoscimento. L’Italia non riconosce la Palestina ma ha un ufficio consolare a Gerusalemme che “cura le relazioni che il governo italiano intrattiene con le autorità palestinesi”. Anche gli USA, Giappone, Corea del Sud e Nuova Zelanda intrattengono relazioni diplomatiche con l’Autorità Nazionale Palestinese.