Scontro tra ex "amici"
Ucraina, il nuovo ultimatum di Trump a Putin: “Ha 10-12 giorni per fermare la guerra, mi ha deluso”
Siamo all’ultimatum dell’ultimatum. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha infatti accorciato sensibilmente il tempo concesso al suo omologo russo Vladimir Putin per terminare la guerra in Ucraina in corso ormai dal febbraio del 2022.
Il nuovo “penultimatum” è arrivato da Turnberry, in Scozia, dove da giorni il tycoon si è spostato tra partite a golf nel suo resort e incontri politici. È stato proprio durante un vertice col primo ministro britannico Keir Starmer, uno degli alleati più solidi del Paese guidato da Volodymyr Zelensky, che ha Trump si è rivolto con tono minaccioso nei confronti di Putin.
Al presidente russo Trump lo scorso 14 luglio aveva dato 50 giorni di tempo per accettare un cessate il fuoco, sostenendo che altrimenti avrebbe imposto alla Russia pesanti sanzioni sia dirette che “indirette”, pensate cioè per colpire i paesi con cui è in affari: adesso invece Trump ha annunciato un nuovo ultimatum di “dieci o dodici giorni a partire da oggi”, spiegando che al momento “non c’è ragione per aspettare ancora, non ho visto progressi”.
Con i suoi soliti toni ha poi parlato del suo rapporto con Putin: “Vado d’accordo con lui, ma per quattro volte abbiamo discusso e poi Putin ha lancia missili sulle città e ucciso persone”, ha detto Trump ai cronisti prima di incontrare Starmer. “Non è il modo di fare, sono molto deluso dal presidente Putin”, ha aggiunto ancora il tycoon, che si è detto “non interessato” a parlare col suo omologo russo.
Sull’altro fronte d’altra parte le richieste russe per un cessate il fuoco restano quelle di sempre. Le ha ribadita ancora una volta il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov durante un forum: il fedelissimo di Putin ha parlato di richieste” indiscutibili” di Mosca, ovvero l’assicurazione che Kiev non entrerà nella Nato, che l’Alleanza atlantica non si espanderà più e che vengano riconosciute come russe le regioni rivendicate sul territorio ucraino, come Donestsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson, oltre alla Crimea già annessa illegalmente nel 2014.
E da Mosca era filtrata, prime delle parole al vetriolo di Trump su Putin, anche la notizia di un possibile incontro tra i due leader in Cina il prossimo settembre. A parlarne era stato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov in un briefing con la stampa: Putin si in Cina a settembre per le celebrazioni dell’80esimo anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale, con la possibilità dunque di un incontro con Trump nel caso il presidente Usa dovesse recarsi a Pechino negli stessi giorni.