Il vertice a tre
Guerra a Gaza, Hamas presenta una sua proposta di tregua: i negoziati guidati da Witkoff su uno yacht in Sardegna
Nonostante i rapporti tesissimi tra le parti, e la campagna militare israeliana che nella Striscia di Gaza continua a provocare morti e devastazioni, tra Israele ed Hamas le trattative per raggiungere una intesa per il cessate il fuoco in cambio degli ostaggi ancora in mano al gruppo radicale palestinese non si sono mai fermate.
Nella giornata di giovedì è previsto un incontro tra l’inviato statunitense in Medio Oriente Steve Witkoff, il ministro per gli Affari Strategici israeliano Ron Dermer e il primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani: il summit si terrà in Italia ma non a Roma, come inizialmente previsto. Witkoff, imprenditore e grande amico del presidente Donald Trump, che per questo gli ha conferito questo incarico così delicato, dovrebbe tenersi a bordo di un grosso yacht ormeggiato davanti alle coste galluresi della Sardegna.
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Probabilmente la Gallura è stata scelta proprio dal Qatar visto che il Paese, attraverso il suo fondo sovrano e il braccio operativo Qatar Holding, detiene la proprietà di buona parte degli alberghi di lusso della Costa Smeralda.
All’incontro si arriva dopo che Hamas ha confermato di aver presentato ai negoziatori la sua risposta alla proposta israeliana di un cessate il fuoco a Gaza di 60 giorni. “Hamas ha appena presentato ai mediatori la sua risposta e quella delle fazioni palestinesi alla proposta di cessate il fuoco”, ha dichiarato il gruppo militante palestinese in una dichiarazione pubblicata su Telegram.
Si tratterebbe di una versione emendata alla proposta inviata martedì e poi respinta da Tel Aviv. La risposta di Hamas comprende emendamenti proposti alle clausole sull’ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, mappe delle aree da cui l’esercito israeliano dovrebbe ritirarsi e garanzie di una fine permanente della guerra, ha dichiarato all’Afp una fonte palestinese vicina ai colloqui. La tregua consentirebbe il rilascio di dieci ostaggi israeliani, in cambio di un numero imprecisato di palestinesi detenuti nelle prigioni israeliane.
Sullo sfondo c’è però la posizione del governo israeliano: Benjamin Netanyahu, già in difficoltà dopo aver perso il sostegno dei partiti ultraortodossi, non può scontentare anche l’estrema destra messianica di Ben-Gvir e Smotrich. I due alleati di Bibi pressano il primo ministro affinché non sia negoziabile lo smantellamento delle capacità militari di Hamas nella Striscia, che i due non nascondono di voler occupare in maniera permanente cacciando la popolazione palestinese.
Al momento comunque non sembra esserci all’orizzonte la possibilità di una intesa. Un funzionario israeliano a conoscenza del dossier ha riferito al quotidiano Times of Israel che la dichiarazione di Hamas secondo la quale ha fornito ai mediatori la sua risposta alla proposta di cessate il fuoco a Gaza “si riferisce a una risposta aggiornata” alle richieste di Tel Aviv.