Le perquisizioni alla Dogaia

L’inferno del carcere di Prato tra stupri, torture e rivolte: maxi indagine tra video su TikTok e complicità degli agenti

Cronaca - di Redazione

8 Luglio 2025 alle 12:34

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L’inferno del carcere di Prato tra stupri, torture e rivolte: maxi indagine tra video su TikTok e complicità degli agenti

Stupri, torture, un fiorente mercato di smartphone che circolano tra i detenuti con la complicità di agenti della polizia penitenziaria. È il quadro tossico che emerge dal carcere della Dogaia di Prato, dove questa mattina sono andate in scena nuove ispezioni, perquisizioni e sequestri su disposizione della locale Procura guidata da Luca Tescaroli.

Un blitz che ha visto impegnati agenti della Squadra mobile della questura di Prato, del nucleo investigativo della polizia penitenziaria, carabinieri e militari della guardia di finanza nell’ambito delle indagini che da tempo coinvolgono l’istituto di detenzione dove, secondo la Procura, esiste una “realtà criminale pervasiva”, degrado, violenza e connivenze che coinvolgono non solo i detenuti, ma anche alcuni appartenenti alla polizia penitenziaria.

Nuova operazione che segue quella del 28 giugno scorso, in cui erano stati perquisiti 127 detenuti, di cui 27 indagati formalmente per reati legati alla detenzione e all’utilizzo illecito di telefoni e, in alcuni casi, per legami con il traffico di droga. Inchiesta che vede indagati anche quattro agenti penitenziari con l’accusa di corruzione.

Il traffico di smartphone

Per chi indaga infatti “spesso con la complicità o l’omissione di chi dovrebbe vigilare”, ovvero la polizia penitenziaria, i detenuti “hanno dimostrato la capacità di gestire l’afflusso e l’occultamento di strumenti di comunicazione in maniera sistematica, spesso con la complicità o l’omissione di chi dovrebbe vigilare”. I numeri dicono qualcosa al riguardo: dal luglio 2024 al giugno 2025 sono stati sequestrati 41 telefoni cellulari, tre sim card e un router.

Emblematico il caso di un detenuto in regime di alta sicurezza che è “riuscito a pubblicare immagini della propria cella su TikTok”.

Torture e stupri

Carcere della Dogaia che in questi anni è stato anche teatro di episodi di tortura e violenza sessuale che “rendono insicura e degradante la vita all’interno”. Due i casi più gravi emersi dalle indagini della Procura: nel settembre 2023 un 32enne brasiliano ha violentato ripetutamente il compagno di cella pachistano, “sodomizzato con il ricorso alla grave minaccia di tagliargli la gola con un rasoio e alla violenza fisica, consistita nell’afferrarlo per il collo”: vicenda per la quale è in fase di notifica l’avviso di conclusione delle indagini.

Nel gennaio 2020 due detenuti di 36 e 47 anni hanno torturato e abusato di un giovane omosessuale tossicodipendente, alla prima esperienza carceraria, infliggendogli percosse, ustioni e violenze sessuali di gruppo. Dopo l’incidente probatorio, entrambi sono stati rinviati a giudizio e il processo è in fase avanzata.

Le rivolte

È in questo clima che nel carcere sono scoppiate nell’ultimo mese due rivolte, il 4 giugno e il 5 lugli scorsi.

Nel primo caso la sommossa è stata promossa da cinque detenuti, italiani, libici e marocchini, ristretti nella quinta sezione del reparto di media sicurezza: minacciando di morte il personale intervenuto, brandendo oggetti pericolosi, si opponevano al rientro nelle celle.

La seconda rivolta è avvenuta il 5 luglio, facendo seguito a un’operazione condotta il 28 giugno all’interno della prima sezione del reparto di media sicurezza. In quell’occasione un gruppo di almeno dieci detenuti si è barricato all’interno della sezione, rovesciando il carrello del vitto contro il cancello di sbarramento per impedire l’ingresso agli agenti. I detenuti hanno inoltre tentato di appiccare il fuoco a diversi materiali e hanno cercato di sfondare il cancello utilizzando una branda e una spranga ricavata dalla spalliera della stessa. Nel corso della rivolta sono stati impiegati anche altri oggetti pericolosi. La sommossa è stata infine sedata grazie all’intervento delle unità antisommossa della polizia penitenziaria.

di: Redazione - 8 Luglio 2025

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