In carcere da settembre
Processo Sean Combs, il rapper Diddy colpevole ma evita l’ergastolo: assolto per traffico di esseri umani

Sean Combs, il rapper e produttore statunitense noto come Diddy o Puff Daddy, è colpevole, ma per le accuse meno gravi. È questo l’esito del processo nei confronti dell’artista americano, vincitore in carriera di tre Grammy Awards, al centro di una vicenda giudiziaria che da mesi è al centro delle cronache Usa.
Diddy era alla sbarra e rischiava l’ergastolo in particolare per i cosiddetti “freak-off”, party organizzati dallo stesso Combs che sarebbero state, secondo le accuse in particolare di due ex fidanzate dal rapper, delle orge a base di sesso con sconosciuti, sex workers e fiumi di droga.
Dei molteplici capi di accusa, alla lettura del verdetto da parte della giuria (otto uomini e quattro donne), il rapper se l’è cavata con la condanna per trasporto di esseri umani ai fini di prostituzione nei confronti di due ex fidanzate: è stato invece assolto dalle accuse più gravi, tra cui associazione a delinquere, traffico di esseri umani a fini di sfruttamento sessuale e frode. Il rapper rischia 10 anni di carcere per ognuno dei due capi di accusa per cui è stato condannato, col giudice distrettuale che stabilirà la pena in una data successiva, ma evita così l’ergastolo possibile in caso di condanna per traffico sessuale o per associazione a delinquere.
Il legale del produttore discografico 55enne, arrestato lo scorso settembre, subito dopo la sentenza ha chiesto il rilascio su cauzione del suo assistito, sottolineando che si tratta della sua prima condanna e per un reato “minore” di prostituzione.
Una sentenza arrivata con grosse difficoltà dopo sette settimane di processo. I dodici giurati si sono dovuti ritrovare oggi dopo che nella giornata di martedì era stato raggiunto un accordo solamente su quattro dei cinque capi di accusa: per raggiungere l’intesa ci sono volute oltre 13 ore.
Al centro del processo nei confronti di Combs in particolare le testimonianze portate in aula da due ex fidanzate del rapper, Casandra Ventura, che ha frequentato in maniera discontinua il rapper dal 2005 al 2017, e un’altra donna che ha utilizzato lo pseudonimo Jane.
Entrambe hanno raccontato in aula le violenze subite da Diddy e le scene di depravazione dei “freak-off”. In particolare è stato mostrato un video risalente al 2015 e tratto dalle telecamere di sicurezza dell’hotel Intercontinental di Los Angeles in cui Combs rincorre Casandra Ventura e la aggradisce brutalmente prendendola a calci e poi trascinandola con sé: un dipendente dell’hotel ha testimoniato che Combs aveva pagato 100mila dollari per nascondere il video, rimasto segreto fino alla messa in onda sulla Cnn nel maggio 2024.
Ventura in particolare è stata la principale testimone del processo, nato dopo la sua denuncia nel novembre del 2023 contro il rapper: è stata sempre lei a raccontare che Combs avrebbe minacciato di dare fuoco all’auto del rapper Scott Mescudi, meglio noto come Kid Cudi, che tra il 2011 e il 2012 ebbe una breve relazione con lei.
Quindi i “freak-off”, festini che duravano più giorni, autentiche maratone sessuali a base di droga in cui le due ex fidanzate erano state costrette a fare sesso con sconosciuti, spesso sex workers pagati per l’occasione, mentre il rapper le guardava. Ventura in aula ha anche raccontato che Combs l’ha violentata dopo che lei gli aveva comunicato l’intenzione di chiudere la relazione. Sia Cassie Ventura che “Jane” sarebbero state minacciate dal produttore: avrebbe pubblicato i loro video dei “freak-off” se avessero rifiutato le sue richieste.