Il giornalismo delle "buste gialle"

Report commette reati, ma la RAI accusa Sigfrido Ranucci di sciocchezze…

Politica - di Piero Sansonetti

25 Giugno 2025 alle 17:28

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Report commette reati, ma la RAI accusa Sigfrido Ranucci di sciocchezze…

La direzione della RAI ha preso un provvedimento disciplinare contro Sigfrido Ranucci, che è l’uomo che dirige Report, perché dice che è stato senza permesso in una trasmissione de La7, e forse presentato un libro. Sciocchezze assolute, un provvedimento che non sta né in cielo né in terra. La cosa curiosa è che la direzione della RAI non si occupa invece di quello che fa, Sigfrido Ranucci nella sua trasmissione. Viene definito giornalismo d’inchiesta, ma è una cosa un po’ diversa. Vi spiego, il giornalismo d’inchiesta è quando i giornalisti fanno delle inchieste, vanno sul posto, scoprono delle cose, parlano con delle persone, denunciano dei fenomeni. Poi c’è un altro tipo di giornalismo, che noi una volta chiamavamo quello delle buste gialle, che è quello di chi pubblica delle cose che gli vengono dalle procure, dai servizi segreti. Una volta le chiamavamo buste gialle perché arrivavano in redazione delle grandi buste gialle e noi prendevamo in giro i nostri colleghi che facevano questo tipo di giornalismo, che non è vero giornalismo, è un modo di mettersi al servizio talvolta delle procure, talvolta dei servizi segreti. Ma questa non è la questione di oggi.

La questione di oggi è che Report ha letto e pubblicato, ha letto integralmente delle intercettazioni del generale Mori. Mario Mori, uno degli ufficiali dei carabinieri che ha dato di più in Italia nella lotta alla mafia, insieme a Falcone e a Borsellino, e ha pubblicato queste intercettazioni che erano segrete. Gli sono state date evidentemente dalla Procura, bisogna scoprire da chi, ma certamente nessun altro le aveva perché non erano state depositate e quindi diciamo c’è un reato, fatto da parte di chi ha pubblicato queste intercettazioni, che peraltro non è che avessero nulla di clamoroso. Sostenevano per esempio che Mori avesse proposto a un giornalista del Dubbio, Damiano Aliprandi, un giornalista consulente della Commissione antimafia, ma Aliprandi che è una persona seria ha detto “No perché io sono in causa con Scarpinato“, che invece fa parte della Commissione e che è un vecchio magistrato palermitano. La Commissione sta indagando su cosa fece la Procura palermitana ai tempi di Scarpinato, quindi il conflitto di interesse è più forte di quello di Scarpinato, però Scarpinato resta in Commissione, Aliprandi che è una persona seria, ha detto no io non posso accettare nessuna collaborazione perché sono in conflitto di interessi.

Questa è la questione, la fuga di notizie, chi l’ha fatta, perché e perché la RAI che è servizio pubblico l’ha pubblicata, su questo la RAI magari dovrebbe indagare come mai si è resa responsabile di un reato? E la seconda questione è: perché qualcuno ha interesse e poi usa la RAI come strumento, come clava per colpire, ha interesse a colpire la Commissione antimafia che sta indagando sull’omicidio Borsellino e sull’archiviazione dell’inchiesta mafia appalti sulla quale Borsellino voleva lavorare? Chi è interessato a questo? Questa è una cosa molto interessante, è evidente che c’è un’operazione di attacco alla Commissione antimafia che sta operando in questo campo perché ancora dopo 30 anni si vuole seppellire sotto un mare di bugie quella che è la realtà della mafia di quegli anni e quella che è la realtà denunciata dallo stesso Borsellino di una procura di Palermo che era profondamente corrotta e da quella corruzione poi nasce tutto e nascono tutte le cose che oggi noi non sappiamo. Ecco la RAI potrebbe occuparsi di questo invece di fare quelle stupidissime comunicazioni e azioni disciplinari contro il safe creed ora non c’è.

25 Giugno 2025

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