La condanna per bancarotta
Sbattuto in cella a 94 anni per un reato di 15 anni fa: l’anziano recluso nel carcere horror di Sollicciano

Lo hanno sbattuto in carcere a 94 anni per un reato commesso 15 anni prima quando di anni ne aveva 80: non un omicidio plurimo o altri gravissimi fatti di sangue, ma bancarotta fraudolenta.
È la storia che riguarda R.C.: da giovedì l’anziano, in condizioni di salute precarie, è recluso in una cella del reparto clinico di Sollicciano, ben noto per le condizioni durissime per i detenuti al suo interno, tra sovraffollamento record e le accuse di torture ai danni dei reclusi. Condizioni tali da spingere nei mesi scorsi Magistratura Democratica e Antigone a chiedere la chiusura del penitenziario per consentire i necessari lavori di ristrutturazione.
L’anziano 94enne è stato raggiunto a casa, è residente in provincia di Firenze, dalla polizia: gli agenti dovevano eseguire l’ordine di carcerazione e accompagnarlo nel carcere di Sollicciano dove ora si trova detenuto.
L’uomo era condannato in primo grado a 4 anni e 8 mesi nel 2015 per bancarotta fraudolenta, poi l’appello del 2021 aveva confermato la sentenza diventata definitiva non essendoci stato un ricorso in Cassazione. Data l’età avanzata nessuno si aspettava un ordine di carcerazione. Giovedì mattina il figlio del 94enne, come racconta l’edizione fiorentina di Repubblica, ha chiamato incredulo l’avvocato di famiglia: “Stanno portando via mio padre”. Al legale però non era stato notificato alcun avviso, così l’indomani ha proceduto immediatamente all’istanza di differimento pena per motivi di salute al Tribunale.
La richiesta è ovviamente di avere una detenzione ai domiciliari visto il quadro clinico dell’assistito e l’età avanzata, come normalmente già previsto per coloro che hanno superato i 70 anni..
I medici di Sollicciano confermano nella loro relazione al giudice che sarebbe il caso di concedere misure alternative di detenzione, eppure il giudice a sorpresa ha rigettato la richiesta del legale di famiglia: il 94enne per ora resta in cella perché non ci sarebbero reali motivi di urgenza per disporre la sua libertà, secondo il tribunale.
Da Sollicciano spiegano che l’amministrazione penitenziaria si è già messa in moto affinché l’uomo venga trasferito in una casa di cura in grado di tutelare la sua salute e garantire la vigilanza. L’ultranovantenne in questi giorni è seguito da medici e operatori, ma il Corriere Fiorentino sottolinea che l’anziano cammina appoggiandosi a un bastone e attraverso l’aiuto di un altro recluso.
Sulla vicenda è intervenuto il garante regionale dei detenuti della Toscana, l’avvocato Giuseppe Fanfani, che ha rivolto un appello al ministro della Giustizia Carlo Nordio: “Questo sistema è malato. Al ministro chiedo di intervenire subito. Dopo le tante parole spese sul carcere fiorentino, deve attivarsi senza perdere tempo. Sostenere che il novantenne sia socialmente pericoloso è assurdo”.
“È una cosa incredibile, inumana, indegna di un paese sedicente civile. Non avrei mai creduto di vedere, in oltre 50 di avvocatura, un novantaquattrenne in carcere. Non so e non voglio sapere di chi sia la colpa, anche perché tutti si tireranno fuori, ma ritenerlo compatibile con il carcere è inconcepibile. Ritenere – continua Fanfani – che, sottratto al proprio ambiente, sottratto alla propria vita ed ai propri affetti possa sopravvivere è inconcepibile. Questo è un sistema malato che non ammette umanità. Speriamo che, se i medici e i giudici ritengono sia meritevole di custodia carceraria, ci siano uomini di buona volontà che si adoperino per assisterlo e confortarlo in questo momento”.