Le polemiche
Filippo Ferri nuovo questore di Monza, fu condannato per il massacro alla Diaz nel G8 di Genova: polemiche con Piantedosi

Dal prossimo primo giugno il nuovo questore di Monza e Brianza sarà Filippo Ferri. Un nome che a molti non dirà nulla, ma che per chi ha vissuto gli orrori del G8 di Genova del 2001 è invece ben noto: Ferri fu infatti protagonista, in negativo, di quelle tragiche giornate.
Ai tempi del vertice dei “grandi della Terra” nel capoluogo ligure Ferri era a capo della Squadra Mobile di La Spezia: come accertato dalle sentenze, i suoi uomini assieme a quelli della Digos di Genova e di altre Squadre Mobili liguri e non solo sfondarono poco prima della mezzanotte del 21 luglio il cancello della scuola Diaz, dove dormivano ragazzi e ragazze che giunsero in quei giorni in città per partecipare alle manifestazioni del movimento no global.
In quelle ore convulse all’interno della Diaz la polizia agì con una violenza senza precedenti e soprattutto senza motivazioni contro gli attivisti: fu una “macelleria messicana”, come da espressione riferita nel corso del processo dal funzionario di polizia Michelangelo Fournier. Dalla Diaz nelle ore successive all’irruzione degli agenti uscirono 82 feriti, giovani con gambe e braccia rotte, oltre a tre persone gravemente ferite, di cui una in coma. Tra questi anche il giornalista inglese Mark Covell: aveva un trauma cranico, otto costole rotte e un polmone bucato, col suo pestaggio che venne definito dal pm durante il processo “un martirio”.
Per quei fatti 11 anni dopo, nel luglio del 2012, la Cassazione confermò la condanna di 25 persone tra tra agenti e funzionari di polizia. Uno di questi era proprio Ferri, condannato a tre anni e otto mesi di reclusione con interdizione dai pubblici uffici per cinque anni per il reato di falso aggravato. Ferri assieme ad altri colleghi si incaricò di redigere il verbale degli arresti, creando un contesto di false circostanze e accuse che furono la base per l’irruzione e il massacro degli attivisti.
Ferri nel frattempo aveva fatto carriera: al momento della condanna, che alla fine si concretizzò in 8 mesi ai domiciliari, era stato promosso a capo della Squadra Mobile di Firenze. Fu costretto a lasciare l’incarico ma pochi mesi dopo fu il Milan, il club rossonero di Milano, ad assumerlo come capo della sicurezza. Ferri fu reintegrato in polizia e nominato dirigente della Polfer lombarda (la polizia ferroviaria), ruolo dal quale è stato ora promosso a questore per la provincia di Monza e Brianza.
Una nomina che ha generato ovvie proteste. La senatrice di Alleanza Verdi-Sinistra Ilaria Cucchi ha presentato una interrogazione parlamentare per chiedere al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi di rendere conto della nomina: “Affidare la responsabilità della sicurezza pubblica di una città a chi ha disonorato la divisa e la funzione pubblica, significa legittimare una cultura dell’impunità e della menzogna inaccettabile”, è l’accusa della parlamentare.
Ma anche assessori e consiglieri comunali di Monza, assieme ad avvocati e società civile, hanno firmato una lettera poi sottoscritta da centinaia di persone per chiedere al titolare del Viminale Piantedosi di ritirare la nomina di Ferri, giudicata “inopportuna e ingiustificata” visto il suo trascorso.