Accolto ricorso del NYT

Pfizergate, la Corte di giustizia Ue boccia von der Leyen: “Illegittimo vietare accesso agli sms col Ceo dell’azienda”

Esteri - di Carmine Di Niro

14 Maggio 2025 alle 11:33

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La Commissione europea dovrà consentire al New York Times di accedere agli sms scambiati tra la presidente Ue Ursula von der Leyen e il Ceo di Pfizer Albert Bourla durante le trattative che portarono al maxi-accordo sui vaccini contro il Covid-19 nel maggio 2021.

La decisione riguarda quello che all’epoca venne ribattezzato “Pfizer Gate”. La Corte di giustizia europea ha stabilito che la decisione della Commissione Ue di negare alla giornalista del New York Times Martina Stevi di accedere ai messaggi scambiati tra von der Leyen e Bourla “è annullata”, accogliendo il ricorso presentato dal noto quotidiano statunitense.

Stevi avanzò una domanda fondata sul regolamento relativo all’accesso ai documenti chiedendo di dare accesso a tutti i messaggi di testo scambiati tra i due tra il primo gennaio 2021 e l’11 maggio 2022, con l’intento di indagare sulle accuse di scarsa trasparenza nelle contrattazioni tra Bruxelles e Pfizer in merito all’enorme quantità di vaccini acquistati dall’Europa dal colosso farmaceutico americano durante l’emergenza pandemica. All’epoca Palazzo Berlaymont respinse la richiesta del quotidiano americano sostenendo di non essere in possesso dei documenti oggetto della domanda.

La presidente della Commissione si era sempre difesa dalle accuse di aver nascosto dettagli sull’accordo, anche nell’ottobre 2023 la Procura europea aveva annunciato di aver aperto un’inchiesta sull’acquisto dei vaccini in seguito a una relazione della Corte dei conti dell’Ue, che aveva sollevato perplessità sulla gestione della trattativa tra Bruxelles e Pfizer.

Nelle motivazioni che hanno dato ragione al New York Times i giudici della Corte di giustizia Ue scrivono che “la Commissione non può limitarsi ad affermare di non essere in possesso dei documenti richiesti, ma deve fornire spiegazioni credibili che consentano al pubblico e al Tribunale di comprendere perché tali documenti siano irreperibili. La Commissione non ha spiegato in dettaglio quale tipo di ricerche avrebbe effettuato per trovare tali documenti, né l’identità dei luoghi in cui esse si sarebbero svolte. Pertanto, essa non ha fornito spiegazioni plausibili per giustificare il non possesso dei documenti richiesti”.

Anche se il loro reperimento fosse stato effettivamente impossibile, continua la Corte, “la Commissione non ha sufficientemente chiarito se i messaggi di testo richiesti fossero stati eliminati e, in tal caso, se l’eliminazione fosse stata effettuata volontariamente o automaticamente o se il telefono cellulare della presidente fosse stato nel frattempo sostituito”. Infine, “la Commissione non ha neppure spiegato in modo plausibile perché ha ritenuto che i messaggi di testo scambiati nell’ambito dell’acquisto di vaccini contro il Covid-19 non contenessero informazioni sostanziali o che richiedessero un monitoraggio di cui dovesse essere garantita la conservazione”.

Da parte sua la Commissione “prende atto” della decisione del Tribunale annunciando che “esaminerà ora attentamente la decisione del Tribunale e deciderà i passi successivi”. A tal fine, “adotterà una nuova decisione contenente una spiegazione più dettagliata”. La decisione del tribunale Ue può essere impugnata entro due mesi e dieci giorni.

Secondo l’esecutivo europeo “il Tribunale ritiene che la Commissione avrebbe dovuto fornire una spiegazione più dettagliata nella sua decisione, affermando di non essere in possesso di documenti del tipo richiesto. Il Tribunale non mette in discussione la politica di registrazione della Commissione in materia di accesso ai documenti. Tali norme mirano a garantire l’integrità degli archivi della Commissione e la piena trasparenza, assicurando che i documenti importanti redatti o ricevuti dalla Commissione siano facilmente accessibili ai cittadini dell’Ue interessati”.

14 Maggio 2025

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