Il regalo extralusso
Trump vuole un nuovo Air Force One, Qatar pronto al regalo da 400 milioni: resterà a lui dopo il mandato alla Casa Bianca

Un regalo da oltre 400 milioni di dollari per Donald Trump. È quello che la famiglia reale del Qatar vorrebbe fare al presidente degli Stati Uniti, in una strategia ben nota e con precedenti recenti, per ingraziarsi il tycoon e inquilino della Casa Bianca.
Parliamo di un lussuoso Boeing 747-8 che Trump utilizzerebbe come nuovo Air Force One, il nome con cui viene indicato l’aereo su cui viaggio il presidente degli Stati Uniti. Un piano di cui hanno parlato i media statunitensi e che di fatto è stato confermato dallo stesso Trump sul suo social Truth, che ne ha parlato come di una “transazione pubblica e trasparente”, un “dono gratuito” che andrebbe a rimpiazzare l’Air Force One “temporaneamente” e che secondo il presidente “infastidisce i Democratici corrotti”, definiti poi “perdenti di livello mondiale”.
So the fact that the Defense Department is getting a GIFT, FREE OF CHARGE, of a 747 aircraft to replace the 40 year old Air Force One, temporarily, in a very public and transparent transaction, so bothers the Crooked Democrats that they insist we pay, TOP DOLLAR, for the plane.…
— Donald J. Trump Posts From His Truth Social (@TrumpDailyPosts) May 12, 2025
Democratici che avevano chiesto un’indagine ufficiale sul possibile regalo qatariota all’amministrazione Trump evidenziano come la fornitura del Boeing sarebbe “il più grande regalo mai ricevuto da un presidente da un governo straniero”, incompatibile con la legge.
L’emergere della vicenda ha scatenato polemiche furenti per Trump. La sua amministrazione si è difesa sottolineando che il regalo della famiglia reale qatariota non potrebbe essere considerato corruzione perché non è stato accompagnato da nessun provvedimento favorevole al Paese mediorientale.
Ali Al Ansari, portavoce del governo del Qatar, ha provato a smorzare i toni: ha ammesso che sono in corso discussioni tra i due Paesi circa “il possibile trasferimento” dell’aereo, uscito dagli stabilimenti Boeing nei pressi di Seattle poco più di 13 anni fa, da utilizzare temporaneamente come velivolo presidenziale. Al Ansari ha negato che sia stata presa una decisione definitiva e che il Boeing sia da consegnare durante la visita del tycoon in Medio Oriente.
In realtà uno dei punti più contestati dell’accordo è che il Boeing sarebbe regalo alla Casa Bianca e poi, dopo il termine del mandato di Trump, affidato alla “presidential library” del tycoon, ovvero alla fondazione che ogni presidente crea a fine mandato: in questo modo Trump potrebbe utilizzare da privato cittadino l’aereo donato dal Qatar.
C’è un presidente in parte simile nella storia Usa: alla fine degli anni Ottanta l’Air Force One in uso allora venne messo fuori servizio e donato alla Biblioteca presidenziale Ronald Reagan, ma l’ex presidente Repubblica si rifiutò di utilizzarlo da privato cittadino e per questo il mezzo venne esposto nell’ala museale della Biblioteca.
La volontà di Trump di ottenere un nuovo Air Force One erano emerse già lo scorso febbraio, quando il presidente aveva visitato il Boeing 747-8 mentre era all’aeroporto di Palm Beach, in Florida: già allora i giornali scrissero della possibilità che diventasse un nuovo aereo presidenziale.
Quella di Trump per l’Air Force One può essere considerata una vera e propria “fissa”: già nel corso del suo primo mandato la Casa Bianca si lamentò più volte dell’attuale aereo presidenziale, un Boeing 747-200 in servizio dal 1990, e nel 2018 aveva commissionato alla multinazionale Usa la consegna di due nuovi Air Force One, con tempo di consegna previsto inizialmente nel 2024 e poi slittata nel 2027.
L’iniziativa del Qatar e dell’amministrazione Trump ha ottenuto un coro di critiche da media e Ong. Per Robert Weissman, presidente di Public Citizen, un’associazione per i diritti dei consumatori, si tratta di un accordo “scioccante perfino per una presidenza caratterizzata dalla corruzione: è come ammettere che la politica estera americana è in vendita”.
“È ormai impossibile capire la differenza tra decisioni prese dalla Casa Bianca per il bene dell’America e decisioni prese dalla Casa Bianca nell’interesse della famiglia Trump”, dice invece Jordan Libowitz, portavoce di Citizens for Responsability and Ethics.