Le elezioni

Romania al bivio storico: verso il ballottaggio alle presidenziali, la destra straripante dopo l’esclusione di Georgescu

Oltre il 40% a Simion, candidato ultranazionalista, euroscettico, favorevole all'annessione della Moldavia. Il 18 maggio la sfida con il sindaco di Bucarest Dan

Esteri - di Redazione Web

5 Maggio 2025 alle 11:00

Condividi l'articolo

Calin Georgescu, winner of the first round of last year’s annulled election, center, and Presidential candidate George Simion exit after casting their votes in the first round of the presidential election redo in Bucharest, Romania, Sunday, May 4, 2025. (AP Photo/Vadim Ghirda)
Calin Georgescu, winner of the first round of last year’s annulled election, center, and Presidential candidate George Simion exit after casting their votes in the first round of the presidential election redo in Bucharest, Romania, Sunday, May 4, 2025. (AP Photo/Vadim Ghirda)

Al ballottaggio sarà una sfida tra il nazionalista euroscettico contro il candidato indipendente e liberale. È una Romania al bivio quella che il 18 maggio tornerà alle urne per scegliere il prossimo presidente. Quale il suo posto nel mondo, tra Europa e Nato o la svolta ultranazionalista di un Paese dall’alta inflazione una debole economia. A dicembre la Corte Costituzionale aveva annullato il voto di novembre per presunte interferenze russe nella campagna elettorale. Calin Georgescu, candidato nazionalista filorusso che aveva vinto quella tornata, era stato escluso e si trova tutt’ora sotto indagine.

Al suo posto era stato scelto George Simion, che ha ottenuto il 41% dei voti, non abbastanza per vincere al primo turno. Era dato favorito già dai sondaggi. 38 anni, appoggiato dal Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, fondatore e leader dell’Alleanza per l’Unità dei Romeni (AUR) fondato nel 2019, ultranazionalista, anti-immigrazione ed euroscettico. L’AUR è anche favorevole all’unificazione tra Romania e Moldavia. Simion ha promesso a Georgescu un incarico di rilievo nel momento in cui dovesse vincere il ballottaggio. Si è presentato a un seggio di Bucarest, domenica mattina, proprio accompagnato da Georgescu. Hanno definito l’annullamento del voto una frode.

“Miei cari fratelli e sorelle di qui e di ogni dove – ha dichiarato ieri Simon – insieme abbiamo scritto la storia oggi. Ci stiamo avvicinando a un risultato eccezionale, ben oltre ciò che ci presentano le televisioni del sistema, che finora hanno saputo solo fomentare ostinatamente la divisione, spargere veleno e distorcere tutto ciò che abbiamo detto. Ovvero, hanno fatto ciò che sapevano fare meglio, diffondere menzogne. Mi congratulo con voi, siete vincitori! Oggi il popolo rumeno ha votato! Oggi il popolo rumeno ha parlato! È ora di farsi sentire”.

Alle elezioni di novembre Georgescu aveva preso il 22,9%. Crin Antonescu, candidato della coalizione governativa, si ferma a poco oltre il 20%, superato per qualche manciata di voti da Nicușor Dan, indipendente sindaco di Bucarest, rappresentante dei movimenti anti-corruzione, che andrà al ballottaggio del 18 maggio. Entrambi si erano dichiarati dalla parte di Trump dopo il durissimo faccia a faccia, a favor di telecamere, alla casa Bianca tra il Presidente degli Stati Uniti, il vicepresidente JD Vance e il Presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky. L’ex premier Victor Ponta, indipendente ma anche lui su posizioni nazionaliste, è attorno al 14,60%.

Erano undici i candidati al primo turno. Si decide molto del futuro del Paese in questa tornata elettorale. Il Presidente, in Romania, una repubblica semipresidenziale, è una carica non esecutiva nonostante alcune competenze in politica estera e sicurezza. La posizione geografica del Paese è strategica, tra l’Europa, sul fianco orientale della NATO, con tre basi sul suo territorio, supporto fondamentale per gli aiuti all’Ucraina invasa dalla Russia.

5 Maggio 2025

Condividi l'articolo