"Atto ostile"
Bezos si piega a Trump, Amazon rinuncia ad esporre i costi dei dazi sulla merce dopo la telefonata del presidente
Economia - di Carmine Di Niro

Jeff Bezos rientra nei ranghi e si inchina ancora una volta al nuovo “padrone”, il presidente Donald Trump. Il proprietario di Amazon, uno degli uomini più ricchi al mondo, ormai da tempo si è riposizionato politicamente avvicinandosi all’amministrazione MAGA di Washington: da parte di Bezos sono arrivate importanti donazioni elettorali al comitato di Trump, per poi annunciare un cambio radicale nella sezione delle opinioni del quotidiano Washington Post, di cui è proprietario, atteggiamento condiviso anche dagli altri proprietari di grandi aziende tecnologiche come Mark Zuckerberg.
L’ultimo gesto di questo tipo da parte di Bezos riguarda la sua “creatura” più importante, Amazon. Il gigante dell’e-commerce mondiale ha infatti annunciato che non mostrerà l’aumento dei prezzi causato dai dazi su alcuni dei prodotti venduti tramite la sua piattaforma.
La notizia era iniziata a circolare nella giornata di martedì dopo un articolo pubblicato dal sito di notizie politiche Punchbowl News. Secondo il portale Amazon aveva infatti deciso di mostrare alla sua clientela “a stelle e strisce” il prezzo finale di alcuni prodotti evidenziandone l’aumento causato dai dazi, scaricando così sulla guerra commerciale imposta dall’amministrazione Trump le responsabilità dell’aumento dei prezzi.
Dopo l’emergere dell’indiscrezione dalla Casa Bianca è arrivata una reazione a dir poco furiosa. In una conferenza stampa la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt aveva definito l’iniziativa un “atto ostile e politico”, insinuando poi che Bezos avesse deciso di farlo per compiacere la Cina, il Paese più colpito dai dazi voluti da Trump. Le ragioni dell’ostracismo della Casa Bianca sono ovvie: Trump vuole assolutamente evitare di evidenziare che la guerra commerciale abbia un impatto negativo sui consumatori statunitensi.
Da qui la scelta di Amazon di comunicare pubblicamente la marcia indietro. L’azienda ha dichiarato in un comunicato che l’idea di esporre il costo delle spese di importazione dei prodotti, ovvero la parte influenzata dai dazi, avrebbe interessato solo la merce in vendita su Amazon Haul, una piattaforma secondaria attiva solo negli Stati Uniti dallo scorso anno e che vende esclusivamente prodotti dal prezzo inferiore a 20 dollari, un progetto nato per fare concorrenza agli e-commerce cinesi come Temu e Shein, e di non aver avuto mai intenzione di introdurre tale novità sulla piattaforma principale di Amazon.
Ma quello che politicamente fa più impressione l’ha riferito come sempre Donald Trump. Il presidente Usa ha dichiarato ai giornalisti di aver personalmente parlato della questione in una telefonata con Bezos, “risolvendo il problema”. “Jeff Bezos è stato molto gentile. È stato fantastico. Ha risolto il problema molto velocemente. Ha fatto la cosa giusta, è una brava persona”, sono state le parole di Trump ai giornalisti.