"Sport estremo"
Quello strumento infinito che è la fisarmonica: Cesare Cremonini la porta negli stadi
Secondo alcune ricostruzioni, disegnata la prima volta da Leonardo Da Vinci, strumento immortale dalle infinite possibilità che ha offerto spunti in ogni epoca e a ogni genere
Cultura - di Antonio Lamorte

Balere della Romagna o feste di piazza da qualche parte al Sud, un matrimonio gargantuesco dettato dal ritmo di quadriglie e mazurche o le mani sudaticce di un musicista che scivolano sui tasti bianco e neri una notte d’estate. E ma non è soltanto nostalgia la fisarmonica, strumento immortale dalle infinite possibilità, capace di offrire spunti e soluzioni in ogni epoca a prescindere dai tempi. Partirà in tour, la prossima estate, sul torace di Cesare Cremonini che ha fatto sapere oggi tramite i social di essere passato a Castelfidardo, in provincia di Ancona, capitale mondiale dello strumento, per ritirare la fisarmonica che suonerà nel suo tour. Ci è andato sotto, a questo strumento secolare.
Scriveva Gabriel Garcia Marquez: “Io, personalmente, farei innalzare una statua a questo mantice nostalgico, amaramente umano, che tanto ha dell’animale triste … Ascolti la fisarmonica, amico lettore, e vedrà con quale dolente nostalgia le si stringerà il cuore”. Strumento aerofono ad ancia libera dalle origini incerte, come ogni volta quando si tratta di cultura popolare. Secondo alcune versioni partorito dai bozzetti di Leonardo Da Vinci, deriverebbe dallo “tcheng” cinese. Certo è che per la prima volta apparve nel 1829 a Vienna, in forma ancora rudimentale, brevettata come “accordion” dal costruttore di pianoforti e organi armeno Cyrill Demian con i figli Carl e Guido.
Visualizza questo post su Instagram
Proprio a Castelfidardo – come si accennava considerata capitale mondiale della fisarmonica, vi si trova anche un museo dedicato e si tiene un Festival Internazionale – Paolo Soprani ha avviato un’industria di Fisarmoniche, a Stradella, in provincia di Pavia, lo ha fatto Mariano Dallapé nel 1876 – La fisarmonica di Stradella è una canzone di Paolo Conte – dalla cui fisarmonica polifonica discendono tutte le fisarmoniche. È stata utilizzata anche nella musica jazz e rock, è emigrata in America Latina, ha girovagato nella tradizione balcanica e in quella del sud-est asiatico, si è adattata alla musica elettronica. Qualche nome: Astor Piazzolla, Richard Galliano, Gervasio Monsignori, Art Van Damme. E Yann Tiersen, con quella colonna sonora del film Il favoloso mondo di Amélie rimasta nella storia.
Cremonini descriveva tempo fa la fisarmonica come un “abbraccio sonoro”, come uno strumento “viscerale”, poiché “mi sembra di conoscerla da tanto, è uno strumento che ti costringe a un’intensità di suono che è un vicolo cieco, non puoi distrarti mentre suoni”. E ancora: “Se ‘molli’ un attimo mentre suoni (con il pianoforte e altri strumenti ci sono trucchi e trucchetti che ti permettono di rigirare la frittata) il suo suono diventa freddo, statico e direi pure brutto. La cura del suono, quella che viene chiamata interpretazione in altre parole, è fondamentale ed è completamente nelle tue mani. Nella tua sensibilità. È uno sport estremo, la fisarmonica”.
Il tour partirà a inizio giugno a Lignano. Cremonini ha pubblicato da pochi mesi il suo ultimo album Alaska Baby, di cui avevamo scritto in questo articolo. Ha annunciato che in scaletta tornerà Figlio di un re: sarà forse proprio questa che arrangerà con la fisarmonica addosso. La prima canzone, Vorrei, l’aveva scritta che era soltanto un ragazzino a Maratea, in vacanza con i genitori in Basilicata, terra di tarantelle. E di fisarmoniche: uno strumento nel dna degli italiani, dalle feste di paese alle orchestre. E anche degli stadi.