L'omicidio-suicidio
Omicidio di Volvera, Andrea Longo e l’ossessione per Chiara Spatola e Simone Sorrentino: “Lascialo, sono meglio io”

Non c’erano liti condominiali ma una vera e propria ossessione per la vicina di casa dietro il duplice omicidio commesso da Andrea Longo, il 34enne che la sera del 24 aprile ha ucciso Chiara Spatola (28 anni) e Simone Sorrentino (23 anni) a Volvera, in provincia di Torino.
Longo, camionista, avrebbe suonato al campanello dell’appartamento della giovane coppia di fidanzati e poi li ha aggrediti con un coltello da sub. I due ragazzi, già feriti nell’appartamento, avevano anche tentato una disperata fuga in cortile ma lì sono stati raggiunti e colpiti ancora mortalmente. Longo poi si è tolto la vita tagliandosi la gola con lo stesso coltello da sub.
Come emerso dalle indagini, Longo aveva sviluppato una ossessione nei confronti di Chiara Spatola, fidanzata da tempo con Simone Sorrentino: proprio a causa del vicino molesto la coppia aveva deciso di lasciare quel’abitazione e trasferirsi in un’altra città, a Rivalta Torinese.
Longo, con precedenti per rapina e porto abusivo di armi, si era invece trasferito a Volvera lo scorso febbraio da Saronno, in provincia di Varese.
“Avevo una figlia bellissima, anzi due figli bellissimi, perché Simone era diventato di famiglia. E me li ha portati via, senza un motivo, senza una ragione”, sono le parole amare e cariche di dolore di Maria Teresa Demartino, madre di Chiara.
La ragazza era stata assunta alla fonderia di Beinasco dove era impiegata anche la madre e dove Simone era caporeparto. Il 23enne di Piossasco si era trasferito a casa sua a Volvera, avevano intenzione di sposarsi e mettere su famiglia.
Un sogno infranto con l’arrivo come vicino di casa di Longo. Longo si lamentava per i rumori, bussava alla porta, protestava per le auto che entravano e uscivano dal cortile. A Chiara avrebbe anche detto: “Lascia quel ragazzino e mettiti con me, che sono un uomo vero”. Per questo Chiara e Simone aveva deciso di lasciare quella casa e trasferirsi a Rivalta, una decina di chilometri di distanza da Volvera. Longo, che aveva dei precedenti per detenzione illegale di armi, prima della strage aveva chiamato il 118 riferendo di trovarsi in uno stato di malessere.