La notizia del Corriere
Putin in Italia non può essere arrestato: il caso del mandato Cpi e dell’ordine nelle mani di Nordio
Era il marzo 2023 quando la Corte dell'Aia ha emesso il mandato per deportazione di bambini ucraini in Russia. La vicenda che ricorda quella del generale libico Almasri
News - di Redazione Web

Se Vladimir Putin venisse in Italia non verrebbe arrestato. A dare la notizia, in esclusiva, è il Corriere della Sera: secondo quanto riporta il quotidiano il ministro della Giustizia Carlo Nordio non avrebbe mai dato seguito al mandato di cattura emanato dalla Corte penale internazionale (Cpi) nei confronti del Presidente della Russia. La notizia è emersa a pochi giorni dai funerali di Papa Francesco, che saranno partecipati da molti leader mondiali, anche se a Roma non atterrerà Putin: al suo posto ci sarà la ministra della Cultura della Federazione Olga Ljubimova.
La Corte Penale Internazionale ha sede si trova all’Aia, nei Paesi Bassi, ed è il principale tribunale internazionale per crimini di guerra e contro l’umanità. Il mandato nei confronti del Presidente russo è stato emanato dalla corte il 17 marzo 2023. La Cpi ha accusato Putin di essere direttamente responsabile della deportazione di migliaia di bambini ucraini in Russia, dopo l’invasione di Mosca scattata nel febbraio del 2022. I capi d’imputazione citano anche una trentina di campi in cui i minori avrebbero ricevuto un indottrinamento alla causa della propaganda russa e in alcuni casi un addestramento militare.
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L’articolo 2 della legge del 2012 che ha recepito lo Statuto di Roma, il testo che ha sancito la nascita della Cpi, prevede che sia il Guardasigilli a “ricevere le richieste provenienti dalla Corte e darvi seguito”. Allo stesso ministro spetta la trasmissione delle richieste della Cpi al procuratore generale presso la Corte d’Appello di Roma. La Corte penale però non possiede una propria polizia, gli arresti vengono effettuati dagli Stati che hanno ratificato lo Statuto. E tra questi non c’è la Russia, come non ci sono la Cina e gli Stati Uniti.
Secondo quanto riporta il Corriere, da quel marzo 2023, “l’ordine dei giudici dell’Aia è fermo negli uffici di via Arenula, il Guardasigilli Carlo Nordio non lo ha trasmesso alla Procura generale di Roma affinché lo inoltrasse alla Corte d’Appello per renderlo esecutivo. Trasformandolo in un pezzo di carta senza alcun effetto”. La procedura per rendere valido l’ordine di cattura della Corte dell’Aia non sarebbe mai partita. Anche i provvedimenti rispetto agli altri alti funzionari russi sembrano essere fermi al ministero.
La vicenda sembra ricalcare quella del generale libico Osama Najeem Almasri, accusato di crimini di guerra e contro l’umanità, fermato lo scorso 19 gennaio, scarcerato e rimpatriato con un volo di Stato in Libia. Per quell’episodio Nordio è sotto inchiesta al Tribunale dei ministri con la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il sottosegretario a Palazzo Chigi Alfredo Mantovano.