Ucciso e fatto a pezzi
Alessandro Coatti ucciso in Colombia, le piste per la morte del ricercatore: la rapina, i narcos e lo scambio di persona

Si muove la Procura di Roma per tentare di fare luce sulla morte di Alessandro Coatti, il biologo originario di Portomaggiore, in provincia di Ferrara, ucciso probabilmente il 3 aprile scorso nella città colombiana di Santa Marta e trovato cadavere, a pezzi, in una valigia domenica 6 aprile vicino allo stadio Sierra Nevada da un gruppo di ragazzini.
Gli inquirenti italiani sono pronti a chiedere una rogatoria internazionale per avviare la collaborazione investigativa con i magistrati colombiani, inviando nel Paese sudamericano un team di indagine composto dai carabinieri del Ros o dai poliziotti dello Sco per affiancare i colleghi di Santa Marta.
Coatti si trovava in Colombia dal 28 marzo: il biologo 38enne con studi prima alla Scuola Normale Superiore di Pisa e poi all’University College di Londra, dove risiedeva dal 2017, aveva deciso di lasciare la Royal Society of Biology in cui lavorava per andare a fare volontariato in Ecuador e poi viaggiare in Sudamerica.
Coatti alloggiava presso l’Hotel Marovi di Santa Marta: giovedì 3 aprile aveva lasciato la struttura spiegando al personale di volersi recare al mercato con l’intenzione di trovare lì un mezzo per raggiungere il Parque Tayrona, un noto parco naturale e meta turistica non lontana dalla città.
Da quel giorno non si sono avute più notizie del biologo, che non ha fatto ritorno nell’hotel: quindi domenica 6 aprile la scoperta del corpo fatto a pezzi e diviso tra una valigia, uno zainetto nero e un sacco per il caffè. In particolare testa, braccia e piedi sono stati trovati domenica da un gruppo di bambini in una valigia, nei pressi dello stadio locale, mentre altri resti sono stati individuati in altre due zone della città costiera.
Di fronte ad un delitto così efferato in campo ci sono diverse piste: l’aggressione da parte di una gang locale allo scopo di rapina, anche se la tremenda fine di Coatti pare essere più quella dedicata ad un boss di malavita, o forse lo scambio di persona. Il biologo italiano potrebbe essere stato ucciso “per errore”, il suo corpo straziato nell’ambito di un regolamento di conti tra i pericolosi cartelli della droga locali, ben noti per i loro metodi brutali. Nella zona sono attivi in particolare il “Clan del Golfo” e “Autodefensas Conquistadores de la Sierra”, due clan dall’organizzazione paramilitare.
Gli inquirenti locali sono al lavoro sui tabulati telefonici e sugli ultimi movimenti bancari di Coatti, ma sono state passate al setaccio anche le telecamere di sicurezza presenti nelle zone del ritrovamento del corpo. “Siamo fermi al punto di partenza, e saremo fermi finché le indagini lì non saranno finite ma non abbiamo idea del perché di questa tragedia”, dice all’Ansa Giovanni Coatti, zio paterno di Alessandro, mentre la famiglia del ricercatore è chiusa nel silenzio e nel dolore nella casa di Longastrino, in provincia di Ravenna.