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Francesca Mannocchi, la giornalista affetta da sclerosi multipla e l’odissea delle terapie: “Esami solo se paghi”

News - di Redazione

2 Aprile 2025 alle 11:54

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Francesca Mannocchi, la giornalista affetta da sclerosi multipla e l’odissea delle terapie: “Esami solo se paghi”

Controlli a quattro mesi di distanza e in provincia di Frosinone, a novanta chilometri di distanza da dove vive. È l’odissea che dovrebbe affrontare, affidandosi al sistema sanitario nazionale, la giornalista romana Francesca Mannocchi per la sua sclerosi multipla.

La reporter, nota per i suoi servizi dai fronti di guerra, in particolare l’Ucraina, ha affidato ad un lungo sfogo via social il racconto della sua malattia e cosa un cittadino comune debba fronteggiare per ottenere cure e controlli.

Un autentico calvario, considerando che alla fine Mannocchi sia stata costretta a rivolgersi ad una struttura privata, che le ha trovato un posto in due giorni ma alla “modica” cifra di 680 euro.

“Ogni sei mesi devo fare la mia terapia di Ocrelizumab per la sclerosi multipla — scrive la giornalista 44enne, corredando tutto dalla foto della ricetta -. E ogni sei mesi devo ripetere una lunga serie di analisi e la risonanza magnetica per vedere se questa stronza di malattia è ferma oppure no”. E ancora: “siccome pago le tasse e vivo in un paese in cui le cure sono garantite a tutti per Costituzione, mi avvalgo dei mezzi a disposizione della me-cittadina e chiamo il Cup della mia Regione”, il Lazio, “per avere un appuntamento, la cui spesa dovrebbe essere coperta dallo Stato”.

 

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Invece “per giorni il messaggio pre-registrato mi dice che le linee sono intasate e dunque suggerisce di richiamare ‘in un altro momento’”. Solo nella giornata di martedì, 1° aprile, all’ennesimo tentativo, dall’altra parte della cornetta ha finalmente risposto qualcuno. “La prima risonanza magnetica disponibile è a luglio 2025 a Frosinone, in un’altra provincia, a 90 chilometri da casa mia. Per le due strutture dove di solito faccio le risonanze non c’è proprio disponibilità e non si sa per quanto”.

Evidentemente presa dallo sconforto, Mannocchi ha dunque deciso di chiamare la clinica dove ha effettuato la prima risonanza magnetica e alcune delle successive. Nonostante l’esenzione, la reporter ha chiesto il costo delle analisi senza passare attraverso il servizio sanitario nazionale. Qui “con la cortesia che si riserva a chi paga”, la risposta e la celerità non mancano: ““‘Costa 680 euro e c’è posto dopodomani’”. E dunque, aggiunge la giornalista, “ho preso appuntamento. Perché ne ho bisogno, perché è urgente, perché ho la fortuna di potermelo permettere”, scrive nel lungo post.

Per Mannocchi “è così che si demoliscono le democrazie. Dando l’illusione che i diritti siano per sempre protetti, dal diritto e dalla Costituzione, mentre vengono quotidianamente erosi dalla politica che non è all’altezza del presente”, citando proprio l’articolo 32 della Carta, in cui si sottolinea come “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”.

Una storia diventata virale, un caso politico visto che le opposizioni di centrosinistra in Regione Lazio hanno attaccato la maggioranza guidata da Francesco Rocca. Polemiche che hanno spinto lo stesso Ente a rispondere a Mannocchi, spiegando che “la ricetta della signora Francesca Mannocchi conteneva classe di priorità “altro”, quindi l’esame non poteva essere prenotato secondo i normali criteri di priorità e comunque non attraverso il Recup. L’assistenza sanitaria andava gestita direttamente dalla struttura sanitaria che aveva in carico la paziente, l’azienda ospedaliero-universitaria Sant’Andrea. Sulla struttura sanitaria l’Amministrazione regionale è già intervenuta per correggere l’errore”.

di: Redazione - 2 Aprile 2025

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