Il calciatore di Newcastle e Nazionale

Tonali, dalla squalifica per scommesse al ritorno da protagonista: “Senza telefonino 7 mesi, al Milan avevo tutto”

Dalla squalifica alle grandi prestazioni tra Premier League e Italia: "Nei primi mesi mi allenavo ma senza vedere l’obiettivo finale: non avevo stimoli. La mattina andavo al campo e mi chiedevo il perché. A volte non volevo neppure andare"

Sport - di Redazione Web

31 Marzo 2025 alle 12:00

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Italy’s Sandro Tonali celebrates after scoring 1-0 during the Uefa Nations League soccer match between Italy and Germany at the San Siro Stadium in Milan, north Italy – Thursday , Mach 20 , 2025 . Sport – Soccer . (Photo by Spada/LaPresse)
Italy’s Sandro Tonali celebrates after scoring 1-0 during the Uefa Nations League soccer match between Italy and Germany at the San Siro Stadium in Milan, north Italy – Thursday , Mach 20 , 2025 . Sport – Soccer . (Photo by Spada/LaPresse)

Sandro Tonali è tornato alla grande: con il Newcastle, che dopo anni è tornato a vincere un titolo in Inghilterra, e con la Nazionale italiana, della quale si è confermato indiscusso leader tecnico. Prima però c’era stata la squalifica per le scommesse. “Ho vissuto 7 mesi senza il telefono, senza il tablet. La tv la guardavo solo per le partite e i film. Non guardavo i telegiornali, non mi arrivavano notizie. Anche perché immagino che in quel periodo non siano state… ‘Sandro Tonali ha sbagliato’”, ha detto in un’intervista esclusiva a Cronache di Spogliatoio.

“Non guardare social e tv mi ha alleggerito completamente. Non ho idea di cosa sia successo in quei mesi lì e non mi interessa, è questo il bello. Io so che ho sbagliato, so che ho pagato e che ho lavorato per essere un uomo migliore, ma non mi interessava andare ad aggiornare i social cercando il mio nome”. Senza telefono, problematici i rapporti con la famiglia, problematica la routine quotidiana mediata dalla gestione della sua fidanzata. “Dopo un po’ di mesi, quando ho capito che utilizzarlo da solo non era più un pericolo, l’ho ripreso”.

Con il suo trasferimento dal Milan al Newcastle, nell’estate del 2023, per 64  milioni di euro circa, Tonali è diventato il calciatore italiano più pagato di sempre. All’esordio in Premier League segnò contro l’Aston Villa. A ottobre dello stesso anno è esploso il caso delle scommesse: Tonali si è autodenunciato alla FIGC e si è mostrato collaborativo: è stato squalificato per un totale di 18 mesi, di cui dieci di assenza forzata dai campi e altri otto da scontare in prescrizioni alternative, fra cui un percorso riabilitativo obbligatorio contro la ludopatia inoltre e una multa di 20mila euro. Squalificato anche dalla FA inglese, ha scontato la sua pena ed è tornato disponibile ad agosto 2024.

“So che ho sbagliato, so che ho pagato, so che ho lavorato per essere un uomo migliore. Ma all’inizio, nei primi 5-6 mesi, quando non avevo ancora capito il mio errore, la mia testa mi diceva: ‘Sandro, non hai sbagliato’. Era quello il pericolo. Se non fai il mio stesso tipo di percorso, se non perdi niente, è difficile che tu capisca l’errore. Se domani perdessi il lavoro e la famiglia, comprenderesti immediatamente di aver sbagliato qualcosa. Ti scatterebbe dentro automaticamente un esame di coscienza. Nella mia situazione è stato un po’ diverso: lo stipendio non me lo ha tolto nessuno, il mio lavoro lo avevano solo bloccato”.

Ha confessato di non aver voluto lasciare il Milan. “Ho fatto un’estate dove non sapevo mai con chi avrei firmato, fino agli ultimi cinque giorni veramente non sapevo in che squadra sarei andato. E alla fine mi sono ritrovato al Milan, che è la squadra per cui ho sempre tifato da bambino, con un contratto da circa due milioni e mezzo di euro. Ho detto: ‘Ok, ce l’ho fatta, sono arrivato, basta. Cosa devo fare? Più di così, cosa c’è?’. Poi per me, che non venivo da una città, non venivo da una famiglia ricca, mi dicevo: ‘Ok, basta, ora mi diverto, non penso più a niente’. E quindi ero un ragazzino di vent’anni che era a Milano con la fidanzata, che guadagnava un sacco di soldi, giocava nella sua squadra del cuore, non avevo più obiettivi nella mia vita. E ho avuto difficoltà perché questi ragionamenti e pensieri che facevo fuori dal campo poi si rispecchiavano in campo”.

Dopo un anno di ambientamento, in estate la sua permanenza al Milan era stata in bilico. Era rimasto, per una stagione da protagonista per l’ultimo Scudetto vinto dai rossoneri. Un anno ancora con la maglia della sua squadra del cuore prima del passaggio in Inghilterra e del caso scommesse. “Ho lavorato per un anno con lo psicologo, lo incontravo 4 volte a settimane. Quando ho iniziato non è stato semplice: non potevo prendere farmaci a causa dell’antidoping. È difficile far capire l’errore a uno che non ha le basi dell’errore perché ha già tutto. Nei primi 2 mesi mi allenavo ma senza vedere l’obiettivo finale: non avevo stimoli. Quando non devi metterti in gioco con nessuno, quando non devi allenarti meglio del compagno perché altrimenti non giochi, non hai stimoli. Mi sono trovato in un momento, fra il secondo-terzo mese, in cui non avevo stimoli. La mattina andavo al campo e mi chiedevo il perché. Con lo psicologo ho lavorato per due settimane sul ritrovare questi stimoli, perché a volte non volevo neppure andare”.

31 Marzo 2025

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