Il documento fondante

Cos’è il Manifesto di Ventotene: l’idea di Europa federale di Spinelli e Rossi, Meloni: “Non è la mia”

Bagarre in aula dopo le dichiarazioni della premier. Il testo scritto nell'isola nel mar Tirreno dove gli antifascisti vennero mandati al confino dal regime

Politica - di Redazione Web

20 Marzo 2025 alle 13:50

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Proteste da parte dell’opposizione alla Camera dei deputati dopo le parole di Giorgia Meloni sul Manifesto di Ventotene in occasione delle comunicazioni del governo sul prossimo Consiglio europeo del 20 e 21 marzo, Roma, Mercoledì, 19 Marzo 2025 (Foto Roberto Monaldo / LaPresse) Protests by the opposition at the Chamber of deputies after Giorgia Meloni’s speech on the Ventotene Manifesto during the government’s communications on the next European Council on 20 and 21 March, Rome, Wednesday, March 19, 2025 (Photo by Roberto Monaldo / LaPresse)
Proteste da parte dell’opposizione alla Camera dei deputati dopo le parole di Giorgia Meloni sul Manifesto di Ventotene in occasione delle comunicazioni del governo sul prossimo Consiglio europeo del 20 e 21 marzo, Roma, Mercoledì, 19 Marzo 2025 (Foto Roberto Monaldo / LaPresse) Protests by the opposition at the Chamber of deputies after Giorgia Meloni’s speech on the Ventotene Manifesto during the government’s communications on the next European Council on 20 and 21 March, Rome, Wednesday, March 19, 2025 (Photo by Roberto Monaldo / LaPresse)

Bagarre in aula per le parole della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che nel suo intervento ha criticato il Manifesto di Ventotene, il documento considerato tra quelli fondativi dell’idea dell’Unione Europea, sventolato e citato in questi giorni di manifestazioni di piazza. “Non so se questa è la vostra Europa, ma certamente non è la mia”, ha detto la premier scatenando le opposizioni, tradizionalmente più affezionate al manifesto anche per ragioni ideologiche, che hanno chiesto le scuse per quelle dichiarazioni.

Il manifesto si chiama “Per un’Europa libera e unita – Progetto di un manifesto”, fu scritto nel 1941 dagli antifascisti Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi. Venne pubblicato nel 1944 grazie al socialista Eugenio Colorni che ne firmò anche la prefazione e che in quello stesso anno venne ucciso dai fascisti a Roma. È considerato uno degli scritti fondanti del moderno europeismo e tra i documenti che hanno portato al progetto dell’Europa Unita. Il documento proponeva il progetto di un’Europa federale che potesse contrastare e prevenire le logiche egoistiche degli Stati Nazionali.

Spinelli aveva fatto parte del Partito Comunista fino al 1937, espulso dopo aver criticato i processi dell’URSS staliniana. Rossi era stato tra i fondatori del movimento Giustizia e Libertà. Erano stati confinati dal regime dittatoriale fascista a Ventotene, isola del mar Tirreno. Scrissero il manifesto con i contributi di Colorni e altri antifascisti non comunisti. È diviso in tre parti: le prime due dedicate alla crisi sociale e al funzionamento dell’Europa dopo la guerra, la terza alle riforme e all’economia. Appena venne diffuso, fu criticato sia da Comunisti che dai Socialisti a Ventotene. I Comunisti erano descritti nel testo come emanazione dell’Unione Sovietica e causa delle divisioni nelle forze antifasciste. Il testo parla del comunismo come di “un regime in cui tutta la popolazione è asservita alla ristretta classe dei burocrati gestori dell’economia”.

La premier Meloni ha citato alcuni passaggi del Manifesto, “a beneficio di chi ci guarda da casa e per chi non dovesse averlo mai letto” ha detto.

“La rivoluzione europea, per rispondere alle nostre esigenze, dovrà essere socialista“.

“La proprietà privata deve essere abolita, limitata, corretta, estesa caso per caso”.

“Nelle epoche rivoluzionarie, in cui le istituzioni non debbono già essere amministrate, ma create, la prassi democratica fallisce clamorosamente”.

“Nel momento in cui occorre la massima decisione e audacia, i democratici si sentono smarriti, non avendo dietro di sé uno spontaneo consenso popolare, ma solo un torbido tumultuare di passioni”.

“La metodologia politica democratica sarà un peso morto nella crisi rivoluzionaria”.

“Il partito rivoluzionario attinge la visione e la sicurezza di quel che va fatto non da una preventiva consacrazione da parte dell’ancora inesistente volontà popolare, ma dalla coscienza di rappresentare le esigenze profonde della società moderna. Dà in tal modo le prime direttive del nuovo ordine, la prima disciplina sociale alle informi masse. Attraverso questa dittatura del partito rivoluzionario si forma il nuovo stato, e intorno ad esso la nuova vera democrazia”.

“Fermi, fermi, fermi”, ha risposto con il sorriso sulle labbra la Presidente del Consiglio quando dai banchi dell’opposizione si è alzato un brusio indignato. In alcuni passaggi, la premier ha omesso dei passaggi, come nel caso sulla proprietà privata, che il Manifesto proponeva in una forma mista, più simile a quella oggi in vigore che a quella di stampo sovietico. Praticamente la totalità delle critiche all’iniziativa di Meloni hanno osservato come il documento vada letto anche tenendo contro del contesto dell’epoca in cui venne scritto.

Spinelli e Rossi durante la Resistenza e negli anni del Dopoguerra aderirono al Partito d’Azione. Spinelli venne eletto deputato e parlamentare europeo da indipendente nelle liste del Partito Comunista Italiano e fu membro della Commissione Europea, il palazzo del Parlamento Europeo porta il suo nome. Approvò il piano Marshall e nel 1978, da parlamentare della Sinistra Indipendente, votò a favore del Sistema monetario europeo. Rossi fondò il Partito Radicale nel 1955.

L’Europa immaginata dal manifesto sarebbe stata una federazione munita da proprie forze militari, senza barriere economiche protezioniste, che avrebbe offerto rappresentanza diretta dei cittadini negli organi politici centrali. Ha un’impostazione socialista ma per quanto riguarda la proprietà privata ha un’impostazione simile al sistema elaborato dalla Costituzione, a differenza di quanto prospettato da Meloni in aula.

Alla prima riunione del Movimento Federalista Europeo (Mfe) Spinelli aveva rivisto i passaggi sul “partito rivoluzionario” e la “dittatura” parlando del progetto di un movimento trasversale tra le forze antifasciste per “un’Europa libera e unita”. Anni dopo, nel suo libro Come ho tentato di diventare saggio, pur non mettendolo in discussione, riconobbe dei passaggi ingenui se non proprio forzati del documento.

20 Marzo 2025

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