La nuova inchiesta

Delitto di Garlasco, distrutti tre anni fa i reperti dell’omicidio di Chiara Poggi: c’è anche il pigiama

Cronaca - di Redazione

15 Marzo 2025 alle 09:10

Condividi l'articolo

Delitto di Garlasco, distrutti tre anni fa i reperti dell’omicidio di Chiara Poggi: c’è anche il pigiama

La riapertura delle indagini sul delitto di Chiara Poggi, l’omicidio avvenuto nella sua casa di Garlasco (Pavia) il 13 agosto 2007 per il quale è stato condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione il fidanzato Alberto Stasi, procederanno con alcuni “deficit”.

I reperti che riguardavano il caso e che erano stati conservati nell’ufficio corpi di reato del Tribunale di Pavia sono stati infatti smaltiti nel 2022 e dunque andati distrutti: una procedura standard con sentenze definitive, come quella che ha riguardato Stasi, ma che viene presa anche per banali motivi logistici, ovvero di spazi da liberare. Tra gli oggetti distrutti anche il pigiama che la 26enne Chiara Poggi indossava quando è stata uccisa.

Sono queste le ultime novità sulla vicenda di Garlasco e sull’inchiesta sull’omicidio clamorosamente riaperta come le indagini a carico di Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara, che giovedì 13 marzo si è sottoposto all’esame salivare e al tampone e al momento risulta indagato per concorso in omicidio.

Una possibile svolta nell’inchiesta, a 18 anni dall’omicidio di Chiara, arrivata grazie a nuove indagini sul Dna trovato sotto le unghie della ragazza e sviluppata con metodi e tecniche di ultima generazione.

Tecniche con cui bisognerà capire se si potranno rileggere e rianalizzare dati che all’epoca non avevano fornito elementi significativi per l’inchiesta sul delitto. Per questo da giorni si sta cercando di recuperare più materiale possibile, tra documenti, atti, fotografie, reperti, interessando più sedi giudiziarie ed investigative: proprio così si è scoperto della distruzione dei reperti depositati nell’ufficio corpi di reato del Tribunale di Pavia.

In queste ore è poi riemerso come già nel 2022 Alberto Stasi, condannato in via definitiva 7 anni prima, aveva chiesto e ottenuto il dissequestro di ciò che gli era stato preso nel procedimento: la Corte d’Appello di Milano quell’anno aveva restituito a lui e alla famiglia Poggi ciò che era stato prelevato per le indagini e i processi, come il pc degli stessi Poggi.

di: Redazione - 15 Marzo 2025

Condividi l'articolo