Matricidio
Colpisce la madre alla testa con una lampada e la uccide nel sonno, poi chiama il 112: “L’ho ammazzata”
I fatti a Riva del Garda, l'intervento dei carabinieri. La vittima si chiamava Maria Skvor (91 anni), la figlia Francesca Rozza (61 anni)
Cronaca - di Redazione Web

Ha ammazzato l’anziana madre nel sonno colpendola alla testa con una lampada. Poi avrebbe telefonato al 112 per confessare l’omicidio. “Ho ucciso la mamma“, avrebbe detto Francesca Rozza, 61 anni, alla centrale operativa dei carabinieri della compagnia di Riva del Garda, in Trentino. Ultimo disperato atto, alle 5.40 di stamattina, di una convivenza durata quasi otto anni completamente dedicata ad accudire la madre, Maria Skvor, di 91 anni. Non c’è premeditazione, secondo gli inquirenti coordinati dalla procuratrice generale di Rovereto, Orietta Canova. Ma un tragico gesto d’impeto, mosso con ogni probabilità da fatica e solitudine. Omicidio volontario aggravato è il capo di imputazione formulato dalla procura alla luce degli elementi raccolti anche dalla scientifica che, accanto al corpo dell’anziana con una vistosa ferita sulla nuca, ha ritrovato una lampada sporca di sangue.
Chi è Francesca Rozza, la donna che ha ucciso la madre a Riva del Garda
“La mia assistita versa in uno stato di estrema prostrazione e saranno necessari approfonditi accertamenti sulla sua imputabilità – ha precisato il difensore Nicola Canestrini -. È indubbio che il rapporto con la madre fosse segnato da una lunga e gravosa convivenza, nella quale il progressivo deterioramento delle condizioni dell’anziana aveva reso sempre più difficile la gestione quotidiana. Sarà fondamentale comprendere fino a che punto questa situazione abbia inciso sulla volontà della vittima e se ci si trovi di fronte a un dramma che impone una riflessione più ampia sul confine tra aiuto, disperazione e responsabilità penale“.
Chi è Maria Skvor: l’anziana uccisa dalla figlia nel sonno con una lampada
Per la sindaca di Riva del Garda, Cristina Santi, “siamo di fronte a un evento molto tragico che scuote la comunità e ci pone diversi interrogativi, il primo su tutti se viene fatto abbastanza per dare sostegno a queste famiglie in difficoltà. Il caregiver si prende cura di familiari non autosufficienti spesso malati, anziani o disabili, una figura invisibile e silenziosa che deve essere fortemente sostenuta e supportata dalle politiche pubbliche per evitare che lo sconforto, il senso di impotenza ed abbandono sfocino in veri e propri drammi come quello consumato stanotte“.
L’intervento dei carabinieri, l’accusa di omicidio e le dichiarazioni del sindaco Cristina Santi
Increduli anche i condomini della palazzina di via Grazia Deledda dove si è consumato il dramma. “Nelle ultime settimane non le abbiamo viste, soprattutto la figlia – hanno detto i vicini di casa -. Maria ormai non usciva più. Erano persone schive, molto riservate. Sappiamo solo che la figlia si era trasferita qui dopo che la mamma era rimasta vedova“.