Große Koalition alla viennese
Austria sul modello tedesco, accordo di governo tra Popolari, Socialdemocratici e centristi: resta fuori l’estrema destra

La Germania fa “scuola”. Così come a Berlino, salvo sorprese, dopo il voto di domenica 23 febbraio andrà in scena una riedizione della Große Koalition composta dai conservatori della CDU e i socialdemocratici della SPD per tenere fuori dal governo i neo-post nazisti di Alternative für Deutschland, anche in Austria dopo oltre 150 giorni dal voto si è arrivati ad un accordo per tenere fuori dalle stanze del potere dell’estrema destra.
I Popolari dell’ÖVP, i Socialdemocratici della SPÖ e il partito centrista NEOS hanno infatti raggiunto un accordo per formare un governo di coalizione che escluda l’FPÖ, il Partito della Libertà di Herbert Kickl che era risultato il più votato nelle urne lo scorso settembre 2024.
Un governo formato dunque dai tre partiti che già a gennaio aveva imbastito delle trattative per formare un esecutivo di ampia coalizione, poi fallite dopo il ritiro di NEOS. A quel punto l’incarico di formare il governo era stato dato dal presidente austriaco a Kickl, che si era rivolto ai Popolari: dopo una iniziale fase positiva la trattativa era andata in stallo e quindi saltata per i disaccordi sulla spartizione dei ministeri.
Si era dunque ripartiti da capo ma questa volta, di fronte allo scenario di un ritorno alle urne, ÖVP, SPÖ e NEOS hanno raggiunto l’intesa su un programma di governo: secondo i quotidiani austriaci a Popolari e Socialdemocratici dovrebbero andare sei ministeri ciascuno, due invece a NEOS. Il prossimo cancelliere sarà con ogni probabilità il leader dei Popolari, Christian Stocker, e vice-cancelliere il leader dei Socialdemocratici Andreas Babler.
Anche il governo uscente era espresso dai Popolari, ma in coalizione con i Verdi: attualmente, in attesa di un accordo tra i partiti per trovare una maggioranza, l’esecutivo era guidato ad interim da Alexander Schallenberg, esponente dell’ÖVP.