Il ricordo dell'ex senatrice

Grazia Zuffa e il giacimento di idee di ‘Fuoriluogo’ sempre controcorrente

Nelle tante battaglie per i diritti hai e abbiamo avuto ragione, pur se “loro” hanno ed esercitano senza scrupoli la forza, il disprezzo per la verità, la repressione del diverso, l’arroganza del potere.

Cultura - di Sergio Segio

11 Febbraio 2025 alle 17:00

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Photo credits: Andrea Panegrossi/Imagoeconomica
Photo credits: Andrea Panegrossi/Imagoeconomica

Cara Grazia, sono andato a rileggere i tuoi contributi (anche con lo pseudonimo di Salvina Rissa) sul nostro amato “Fuoriluogo”, cui avevamo dato vita assieme, una vita fa. È un autentico giacimento di idee, tensioni, proposte, collegamenti, passioni, oltre che di ricordi, anche a distanza di un quarto di secolo. Riguardando tuoi articoli mi è tornato in mente il sentimento che ho sempre provato nei tuoi confronti, assieme alla stima e all’affetto.

Un po’ me ne vergogno, perché non è nobile: è l’invidia. Invidia per la tua intelligenza, per la tua rara capacità di sviscerare con rigore scientifico le problematiche attorno cui costruire iniziativa politica trasformativa, di supportare la passione politica ed etica con solide argomentazioni. E forse più di tutto, per la sapienza e tenacia, che hai sempre condiviso con Franco, nel creare rete e mettere in sinergia persone e ambiti, assieme sapendo indirizzare e formare nuove leve e competenze. La tua è davvero una perdita irrimediabile, ulteriore motivo di sconforto in questi tempi cupi in cui la disumanizzazione e la superficialità trionfano e sembrano dare torto all’impegno di tutta una vita, tuo e dei tanti e tante con te che ora ti piangono. Invece dobbiamo dirci e sapere che nelle tante battaglie per i diritti hai e abbiamo avuto ragione, pur se “loro” hanno ed esercitano senza scrupoli la forza, il disprezzo per la verità, la repressione del diverso, l’arroganza del potere.

“Un percorso controcorrente” titolava un tuo articolo (Fuoriluogo-il manifesto del 22 febbraio 2002) in cui riferivi del momento di dibattito tenuto a Firenze in memoria di Riccardo Bordoni e l’istituzione di un premio in suo onore. Ecco, credo che questo termine riassuma bene la tua vita: decisamente, orgogliosamente, preziosamente controcorrente. Sarai sempre nel mio ricordo. Vorrei dedicare a te e a Franco questa poesia di Franco Fortini perché, quando le parole si fanno deboli, incapaci e insufficienti, la poesia è quel che ci rimane per reagire alla disperazione e far fronte alla mancanza. Con amore, Sergio.

***

Una volta mi chiedevi che cosa avevo
e non ti rispondevo.
Ma è divenuto molto difficile
parlare delle ultime cose, madre mia.

Nelle ultime ore
eri con gli occhi sbarrati.
Eri atterrita di non potere
parlare più
nemmeno dentro di te
della sola cosa.
Ora il rumore è così violento
così furioso lo scotimento di tutta la realtà
che perfino laggiù
deve venirne il tremito
come nelle cantine della guerra.
Non farò a tempo a fare i conti, non c’è
più il tempo ormai.

Questo dunque è
quello che ancora non sapevo.
Ora lo sai anche tu
lo sappiamo
mentre stiamo per rinascere.

(Franco Fortini, In memoria I)

11 Febbraio 2025

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