I rapporti tra alleati
Le chat “segrete” di Fratelli d’Italia su Salvini: per Meloni e soci il vicepremier è “un bimbominkia, cialtrone, ridicolo”

Un “ministro bimbominkia”, anzi, un “cialtrone ridicolo”. Sono i giudizi espressi nelle chat di partito dai big di Fratelli d’Italia nei confronti di Matteo Salvini, oggi ministro dei Trasporti ed Infrastrutture ma soprattutto vicepremier di Giorgia Meloni, padre-padrone di FdI.
A pubblicarli è Giacomo Salvini, reporter politico del Fatto Quotidiano, all’interno del libro “Fratelli di chat – Storia segreta del partito di Giorgia Meloni”, un volume in uscita venerdì 7 febbraio che ripercorre anno dopo anno la scalata al potere del partito della presidente del Consiglio. L’autore pubblica conversazioni interne e segrete ma omette “turpiloquio e informazioni legate alla privacy”.
Si parte dal governo giallo-verde, quello che vedeva in maggioranza la Lega di Salvini e il Movimento 5 Stelle, per passare dagli esecutivi di Giuseppe Conte e di Mario Draghi, fino ai giorni nostri: esecutivi in cui Fratelli d’Italia è stata costantemente all’opposizione.
Chat e giudizi che non faranno piacere al vicepremier Salvini, ma che soprattutto non aiuteranno la premier Meloni nel tenere in piedi una maggioranza che, al di là delle dichiarazioni di circostanza, da mesi vede serpeggiare al suo interno forti malumori tra alleati.
Salvini “cialtrone” e “ministro bimbominkia”
Ma cosa dicono i Fratelli d’Italia del loro attuale alleato? Si parte da dicembre 2018, durante la prima legge di Bilancio del governo giallo-verde di cui Salvini è vicepremier, quando scoppia la polemica sull’aumento delle accise in Regione Liguria. Meloni nella chat dei parlamentari si esprime senza mezzi termini: “Comunque sulla cosa delle accise Salvini dovrebbe andare a nascondersi”.
Mena durissimo anche il co-fondatore di FdI e attuale ministro della Difesa Guido Crosetto, sferzante nel giudizio di Salvini come ministro dell’Interno sempre in divisa: “Un atto da cialtrone superficiale”, dice, mente l’allora capogruppo Francesco Lollobrigida (oggi ministro dell’Agricoltura) rincara la dose definendolo “troppo ridicolo”.
L’apice viene raggiunta da Giovanbattista Fazzolari, oggi sottosegretario alla presidenza del Consiglio, che critica la scelta compiuta nel dicembre 2018 da Salvini di andare in Israele e definire componenti di Hezbollah “terroristi islamici”: per ‘Fazzo’ infatti “il ministro bimbominkia colpisce ancora”.
Salvini, FdI e la Russia
C’è poi il capitolo Russia, in particolare dopo l’esplosione nel febbraio 2019 della vicenda dell’Hotel Metropol di Mosca, che portò all’inchiesta poi archiviata sull’ex portavoce di Salvini Gianluca Savoini, ma che rilanciò sui media il tema dei rapporti tra Lega e il regime russo di Vladimir Putin prima del conflitto in Ucraina.
“Diciamo che la tecnica della felpa ‘Russia’ a Mosca e ‘Usa’ a Washington non è molto gradita da quei burberi dei russi e magari stanno lanciando qualche messaggio a Salvini: ‘Occhio a tradire gli amici dopo aver fatto il cosacco che qualche bella informazione da dare ce la abbiamo’”, è il commento di Fazzolari.
La linea comunque la detta come sempre Giorgia Meloni: “In politica estera siamo liberi di guardiamo sempre all’interesse italiano. Ben altra cosa è appecoronarsi alla Russia, che è esattamente come fare i servi degli americani. Ancora peggio passare da una tifoseria all’altra come ha fatto Salvini”.