L'album della star mondiale
Perché “Debí tirar más fotos” di Bad Bunny è un disco rivoluzionario: l’invasione politica del reggaeton ai tempi di Trump
Una dichiarazione politica, una testimonianza oltre gli stereotipi. Bad Bunny racconta la nostalgia, l'appartenenza alla sua terra descritta come un'"isola galleggiante di spazzatura" a un comizio del Presidente USA. Un instant-classic
Cultura - di Antonio Lamorte

Già un instant-classic, a pochi giorni dalla sua pubblicazione, l’ultimo album di Bad Bunny, cantante portoricano, che si intitola Debí tirar más fotos, uscito lo scorso 5 gennaio. È reggaeton, certo: il punto è che però questo sesto album del cantante-volto di un genere definito leggero se non frivolo, che canta di amore e ricchezza, dai contenuti spesso sessualmente espliciti, al suo interno contiene molto altro. Altri generi, per esempio. Salsa, bolero, plena, sample classici della musica portoricana. Si tratta però soprattutto di un album dai contenuti politici, nei giorni in cui il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump avanza pretese territoriali su Canada, Panama e Groenlandia. Porto Rico
Bad Bunny, pseudonimo di Benito Antonio Martínez Ocasio, è da alcuni anni uno dei cantanti più ascoltati al mondo. Ha 30 anni. Prima di darsi completamente alla musica, lavorava come cassiere in un supermercato. Ha cominciato a farsi notare su SoundCloud fin quando la sua Diles fu notata da un discografico. È esploso definitivamente nel 2018 con I Like It, in collaborazione con Cardi B e J Balvin. Si è esibito nell’halftime del Superbowl del 2020. È diventato anche un personaggio della federazione di wrestling più nota al mondo, la WWE. Ha recitato come attore in film come Fast & Furious 9 e nella serie tv Narcos: Messico. Dal 2020 al 2022 è stato il cantante più ascoltato al mondo.
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Il reggaeton è nato in America Centrale, diffondendosi dai paesi ispanofoni è diventato un fenomeno mondiale. Perché è ballabile, melodico, dal tono scanzonato anche quando racconta storie d’amore malinconiche. Recentemente il genere è stato anche al centro di una diatriba sul diritto d’autore dopo la causa mossa dai produttori giamaicani Cleveland Browne e Wycliffe Johnson, conosciuti con gli pseudonimi di Clevie e Steely, proagonisti della dancehall giamaicana degli anni Settanta e Ottanta, secondo cui il suono di batteria elettronica della loro canzone Fish Market, del 1989, è stata copiata in oltre 1.800 canzoni.
A circa un anno dall’uscita del quinto album Nadie Sabe Lo Que Va a Pasar Mañana, che sfoggiava uno stile sfarzoso tra supermodelle, ville a Hollywood, beat trap, night club, automobili di alto livello ha cambiato registro. Rolling Stone ha letto in Debí Tirar Más Fotos soprattutto un lavoro sulla nostalgia, sul ritorno a casa. E in effetti c’è soprattutto Porto Rico nel disco che comincia il suo viaggio a New York, con NUEVAYoL, passa per Miami e atterra a Porto Rico: terra di salsa, oltre che patria natale del reggaeton. Quello che è cambiato con Debí Tirar Más Fotos è che ci sono dentro temi piuttosto alieni al genere: il colonialismo, la gentrificazione, la storia del Paese, l’occupazione degli USA.
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Lo Que Le Pasó a Hawaii lancia per esempio una riflessione sulla possibile indipendenza dagli Stati Uniti. Lo scorso ottobre Bad Bunny si era schierato dalla parte della candidata del Partito Democratico Kamala Harris nella corsa alla Casa Bianca, dopo che a un comizio di Trump il comico Tony Hinchcliffe aveva descritto Porto Rico come “un’isola galleggiante di spazzatura“. Il cantante canta “ya no estamo’ pa’ la movie’ y las cadena’ – nella titletrack – ‘Tamos pa’ las cosa’ que valgan la pena”. Ovvero: “Già non siamo più per gli oggetti appariscenti e le catene, siamo per le cose che valgono la pena”. La canzone è diventata virale sui social, interpretando il sentimento di nostalgia per un pubblico più ampio della sola diaspora portoricana. Le due sedie di plastica in copertina, sotto un banano della florida natura americana sembrano rievocare proprio quello stato d’animo di nostalgia.
“DTMF ci ricorda che mentre i musicisti di tutto il mondo guardano all’innovazione e alla resistenza dei Boricua per trovare ispirazione, molti portoricani si sentono come una specie in via di estinzione nella loro stessa terra. Molti isolani hanno festeggiato il 2025 al buio, sperimentando l’ennesimo blackout della rete elettrica inaffidabile e privatizzata”, ha scritto su Pitchfork Tatiana Lee Rodriguez. “Bad Bunny è tornato nella sua amata Porto Rico, forgiando un legame più profondo con la sua comunità e producendo la sua dichiarazione più profonda finora. In un momento politico teso dopo la vittoria di Donald Trump e una sconfitta devastante per il Puerto Rican Independence Party alle elezioni del 2024, il sesto album in studio di Bad Bunny, DeBÍ TiRAR MáS FOToS, è una dichiarazione audace, una testimonianza rivoluzionaria della sua arte evoluta e della sua visione per il futuro della musica urbana”.
È anche un disco corale, in cui compaiono personaggi come la cantautrice RaiNao in Perfumito Nuevo, Lorén Torres del quartetto Chuwi in Weltita, Dei V e Omar Courtz, la band di plena Pleneros de la Cresta in Café Con Ron, il regista dell’unico film portoricano mai candidato ai Premi Oscar Lo que pasó a Santiago Jacobo Morales, il docente di storie dell’università di Madison Jorell Meléndez-Badillo. Proprio quest’ultimo ha firmato delle note sulla storia di Porto Rico che compaiono nei video delle canzoni su Youtube.
Anche Willie Colón, il “re della salsa”, ha approvato. “Benito, lo hai fatto in una maniera riflessiva e rispettosa, mi rende felice vedere questa evoluzione” in un momento in cui la salsa e Porto Rico hanno bisogno di una scossa. LA MuDANZA, la canzone che chiude il disco, cita proprio un brano di Colón ed Héctor Lavoe e allo stesso tempo promette fedeltà a Porto Rico, dove l’autore pensa vivrà per sempre. Quello di Bad Bunny è un episodio inaspettato, sicuramento un passo in avanti, per la sua carriera oltre che per un genere intero: la possibilità di un salto fuori dagli stereotipi e l’accenno di un’invasione politica in musica. Difficile predire se potrà creare proseliti, ma considerando la statura mediatica del personaggio ci si può scommettere.
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