Il pericolo cinese
DeepSeek, l’AI cinese low cost fa crollare le azioni dei giganti Usa: la Borsa affonda trascinata da Nvidia
Tecnologia - di Carmine Di Niro

Wall Street e la Silicon Valley in evidente difficoltà, con le big tech che crollano in Borsa: è l’effetto clamoroso del successo inaspettato di DeepSeek, un nuovo sistema di intelligenza artificiale “made in China” prodotto da una startup semisconosciuta che è balzato in testa alla classifica delle app gratuite più scaricate negli store digitali degli Stati Uniti, scalzando ChatGPT.
Nella giornata di lunedì le società tecnologiche più legate all’AI hanno visto il loro valore di listino precipitare in maniera più o meno grave: le perdite peggiori sono quelle di Nvidia, la società Usa che produce i microchip utilizzati per l’AI e che detiene il 90 per cento circa di questo mercato, arrivata a perdere il 17% e circa 600 miliardi di dollari di valore di mercato, la più grande riduzione di valore di sempre per una società quotata in borsa a New York.
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Non è andata meglio ad altre aziende con interessi nel settore: Alphabet (la holding che possiede Google), Meta (la società che possiede Facebook e Instagram) e Microsoft, tutte con grossi investimenti nell’AI, hanno perso tra il 2 e il 4 per cento.
Ma alle perdite economiche si sommano le preoccupazioni politiche e tecnologiche. Il timore a Washington è la ripetizione di un caso TikTok bis, il social cinese di ByteDance che era stato bloccato da una legge del Congresso (confermata poi dalla Corte Suprema) per i rischi per la sicurezza dei dati degli utenti Usa, in relazione ai rapporti tra la stessa società madre del social e il regime comunista cinese.
Ma forse lo stupore maggiore che serpeggia tra i “geni” della Silicon Valley è legato alla sorprendete ascesa tecnologica di una AI cinese. Il 20 gennaio scorso DeepSeek, fondata a Hangzhou da Liang Wenfeng, un imprenditore cinese semisconosciuto, ha lanciato sul mercato R1, l’ultima versione della sua AI dopo aver già presentato a fine dicembre V3.
Per sviluppare quest’ultimo DeepSeek ha annunciato di aver speso appena 5,6 milioni di dollari: una cifra ridicola se paragonata a quanto investito da OpenAI per sviluppare GPT-4, il sistema dietro ChatGPT, costato la bellezza di cento milioni di dollari come ammesso da Sam Altman, amministratore delegato della società.
Non solo. DeepSeek dice anche di aver utilizzato soli 2mila microchip per sviluppare il proprio sistema, contro i 16mila chip Nvidia utilizzati da ChatGPT: le ripercussioni per i player Usa e per la stessa Nvidia, che negli ultimi anni ha visto il suo valore schizzare alle stelle, sono evidenti. Se infatti quanto comunicato dai cinesi di DeepSeek fosse vero, società come Nvidia vedrebbero il loro dominio e forza crollare.