Aveva 74 anni

È morta l’allenatrice Simonetta Avalle: addio alla “Nostra Signora del Volley” italiano

50 anni dedicati al volley, portò Roma al massimo nel campionato conquistando anche la Coppa Cev. La Federazione: "Simbolo e prima storica allenatrice"

News - di Redazione Web

27 Gennaio 2025 alle 12:39

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FOTO DA FACEBOOK (FIPAV LAZIO)
FOTO DA FACEBOOK (FIPAV LAZIO)

Lutto nel mondo della pallavolo italiana: è morta a 74 anni Simonetta Avalle, una protagonista del volley femminile italiano, allenatrice per 50 anni nella pallavolo, dedicati allo sviluppo dello sport bell’ambiente romano. “Non li sento questi 50, se non ne parlo per me è come il primo giorno. La passione e l’entusiasmo sono gli stessi”, aveva raccontato in un’intervista a FIPAV Lazio in cui aveva ripercorso la sua carriera.

Avalle sarebbe stata colpita da un arresto cardiaco la notte scorsa. “La Lega Pallavolo Serie A Femminile piange la scomparsa di Simonetta Avalle, simbolo del volley femminile italiano e prima storica allenatrice. Il Presidente Mauro Fabris, le consorziate e lo staff della Lega Pallavolo SerieA Femminile si stringono attorno al fratello Gianni e a tutta la famiglia in questo momento di tristezza e dolore, porgendo le più sentite condoglianze”.

La nota della FIPAV Lazio che con “la pallavolo laziale si stringe attorno al fratello Gianni e a tutta la famiglia in questo momento di dolore, porgendo le più sentite condoglianze – si legge in una nota della Fipav Lazio – Simonetta resterà sempre nel cuore di tutti noi, un esempio indelebile di passione, talento e amore per la pallavolo”.

 

L’allenatrice portò Roma al massimo nel campionato di volley, conquistando anche la Coppa Cev, la seconda competizione europea di pallavolo per club. “Sono molte – ricordava in quella stessa intervista ricordando le tre soddisfazioni della sua carriera – Sicuramente il primo Scudetto under 15 che abbiamo vinto con Tor Sapienza, con tutte ragazze della borgata, è stato un successo grandioso. Fino ad allora non mi filava nessuno. L’altro grande successo, molto più grande, è stato la conquista della coppa CEV ad Ankara, in un ambiente molto ostile”.

“A quel tempo negli stadi ci andavano soltanto gli uomini. 3.500 uomini che fumavano, che ci dicevano cosacce e che facevano gestacci. Vincere contro una squadra turca è stato importantissimo. L’ultima, quella che sicuramente ho nel cuore, la vittoria del trofeo delle Regioni con il Lazio è stata bellissima. Venivamo dall’anno precedente in cui avevamo perso in finale. C’era un po’ di amaro, a me arrivare seconda non mi piace. Riuscire a vincere e a fare una partita bellissima, tosta, con tanto pubblico, è stata un’altra di quelle cose che non si possono dimenticare”.

27 Gennaio 2025

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