Dall'Argentina
Chi è Julio Velasco, l’allenatore della Nazionale femminile di pallavolo: le Olimpiadi, le frasi, i successi, il calcio
Più di un allenatore, un personaggio diventato noto anche oltre il mondo della pallavolo. Aveva già allenato la Nazionale femminile, che a Parigi giocherà la sua prima semifinale olimpica nella storia
News - di Redazione Web
Per la prima volta nella storia la Nazionale femminile di pallavolo giocherà una semifinale alle Olimpiadi. A Parigi, questa sera alle 20:00, contro la Turchia. A guidare la Nazionale dall’inizio del 2024 è Julio Velasco, allenatore già entrato nella storia della Nazionale italiana, considerato qualcosa in più di un maestro di sport per via della personalità e delle sue riflessioni che spesso hanno fatto breccia nell’opinione pubblica. “Quando ho iniziato, sapevo di avere una squadra con giocatrici forti. Non ho badato al pessimismo che c’era intorno a queste ragazze e che spesso prende il sopravvento quando i risultati non arrivano. Siamo concentrati solo sui Giochi, sappiamo che lo spartiacque tra possibile successo e fallimento è il quarto di finale e vogliamo giocare per le medaglie”, aveva dichiarato alla vigilia dei Giochi in un’intervista a Il Corriere della Sera.
Julio Velasco ha 72 anni, è nato a La Plata, in Argentina. Il padre era peruviano, morto quando il figlio aveva sei anni. La madre era argentina di origine inglese. Ha studiato filosofia, pur abbandonando gli studi. È stato militante comunista negli anni della dittatura militare in Argentina. Si avvicinò alla pallavolo negli anni del liceo e dell’università. Non ha mai giocato a livello professionistico. Ha cominciato ad allenare per prima squadre giovanili. Arrivò in Italia nel 1983, a Jesi. I primi successi arrivarono alla Panini Modena, dal 1985. Vinse quattro scudetti consecutivi.
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La Nazionale della “generazione di fenomeni” di Velasco
Alla Nazionale arrivò nel 1989. L’Italia non aveva mia vinto. Gira da anni una frase diventata iconica, rappresentativa del personaggio, nonostante non sia mai stata verificata. “Voi italiani siete i migliori del mondo per ciò che riguarda mangiare, bere e vivere bene. O almeno credete di esserlo. Ma tra queste righe gialle qui, quelle che racchiudono i 18 metri del campo, le beccate sempre dai sovietici, dai bulgari, dai polacchi, dalla Germania Est. Il vostro primo nemico siete voi. Da adesso si gioca per vincere”. Già nel 1989 la Nazionale vinse il primo Europeo.
Era la genesi di quella che è stata definita la “Generazione dei Fenomeni” che ha vinto due Mondiali, tre Europei e cinque World League. E Velasco divenne molto noto anche all’esterno del mondo della pallavolo. Fu anche indicato come un possibile candidato per la sinistra. Si dimise dopo l’argento alle Olimpiadi di Atlanta, negli Stati Uniti, ai Giochi del 1996. Dal 1997 arrivò alla Nazionale femminile. Ha allenato diverse altre rappresentative: Repubblica Ceca, Spagna, Iran, Argentina.
Il ritorno alla Nazionale femminile di Velasco
Quello sulla panchina della nazionale femminile è stato un ritorno. A maggio del 2019 aveva annunciato la fine della sua carriera da allenatore ed era diventato direttore tecnico del settore giovanile della Federazione italiana di pallavolo. È tornato in panchina ad aprile del 2023 alla Uyba di Busto Arsizio femminile in Serie A1. Alla nazionale femminile ha preso il posto di Davide Mazzanti – passaggio al centro di qualche polemica visto l’impegno con una squadra di club.
Velasco è stato anche dirigente nel mondo del calcio, per la Lazio di Sergio Cragnotti e per l’Inter di Massimo Moratti, e mentore in corsi di leadership e team building in aziende private. Quella di Parigi è la sua quarta Olimpiade, la terza in Azzurro, arrivata in un momento delicato dopo la morte pochi mesi fa del fratello Raul. “Nella disgrazia, sono fortunato a essere circondato dalla squadra: ho una responsabilità e il ruolo mi aiuta a distrarmi, ma la sera, quando sono solo in camera, la testa va lì”, ha detto a Il Corriere. La Nazionale femminile finora a Parigi 2024 ha vinto tutte e quattro le sue partite perdendo soltanto un set.
In un’intervista a Repubblica alla vigilia delle Olimpiadi aveva parlato di quanto fosse cambiato il mondo dello sport da quando aveva cominciato ad allenare: quando alle donne molti sport olimpici erano preclusi. “Stiamo vivendo una rivoluzione pacifica e silenziosa. Con qualche esagerazione, ma la Rivoluzione francese si può appoggiare anche senza essere giacobini. Molti uomini sono disperati, non sopportano questa rivoluzione perché le donne certe cose non le aspettano, se le prendono, come è giusto che sia. Sono contento doppiamente, come padre delle mie figlie, nonno di due nipotine. Voglio che le donne continuino a crescere, anche per questo ho voluto tornare ad allenare la nazionale femminile. Ho inserito nello staff una fisioterapista, le due dottoresse, credo nella convivenza tra uomini e donne, la diversità è una ricchezza”.