La giornalista tornata in Italia

Cecilia Sala libera, le prime parole e il racconto della detenzione in Iran: “Mai pensato di essere a casa oggi”

Cronaca - di Redazione

9 Gennaio 2025 alle 11:04

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Cecilia Sala libera, le prime parole e il racconto della detenzione in Iran: “Mai pensato di essere a casa oggi”

La foto dell’abbraccio al compagno Daniele Raineri subito dopo esser scesa sulla pista dell’aeroporto romano di Ciampino dal Falcon 900 dei servizi segreti e una frase che racchiude tutta la gioia e il sollievo per essere tornata a casa sana e salva: “Ho la fotografia più bella della mia vita, il cuore pieno di gratitudine, in testa quelli che alzando lo sguardo non possono ancora vedere il cielo. Non ho mai pensato, in questi 21 giorni, che sarei stata a casa oggi. Grazie”.

Così in un post su X Cecilia Sala ha commentato il suo ritorno in Italia dopo 20 giorni di prigionia nel carcere iraniano di Evin, la prigione dei dissidenti del regime dell’Ayatollah Khamenei: lì la 29enne giornalista de Il Foglio e di Chora Media era stata sbattuta il 19 dicembre scorso in base a generiche accuse di aver “violato le leggi della Repubblica islamica”.

Mercoledì 8 gennaio, al termine di una trattativa su un doppio binario tra Italia, Iran e Stati Uniti (che chiedono l’estradizione del cittadino svizzero-iraniano Mohammad Abedini, arrestato in Italia il 16 dicembre), si è arrivati alla liberazione della giornalista, che ha potuto riabbracciare il compagno, giornalista de Il Post, e i genitori Renato Sala e Elisabetta Vernoni. Ad aspettarla c’era anche la premier Giorgia Meloni, il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri.

Ciao, sono tornata”, sono state le prime parole di Cecilia Sala in Italia, inviate tramite un messaggio vocale ai colleghi di Chora Media. La frase è diventata anche il titolo della puntata di oggi del podcast Stories, che racconta la giornata del rilascio della giornalista, anche tramite una breve intervista alla madre. “Adesso devi solo stare serena, non dire niente. Sono qui per ringraziarti e per dirti che sei stata forte”, sono state le parole con cui Giorgia Meloni ha accolto la giornalista al suo arrivo a Ciampino.

Nella serata di martedì Cecilia è potuta tornare a casa, accompagnata da Daniele Raineri tra due ali di giornalisti che la attendevano: dopo lo sbarco a Ciampino è stata infatti interrogata dai carabinieri del Ros, l’unità speciale che si occupa di sicurezza e terrorismo, per descrivere quello che le è successo durante la detenzione in Iran.

Qualcosa del suo racconto ai carabinieri è già emerso. A riportare alcuni dettagli delle parole di Sala è Repubblica: al Ros la giornalista ha raccontato che in quei 20 giorni da reclusa nel carcere di Evin “avevo perso il senso del tempo, non sapevo più quando era giorno e quando era notte”, perché rinchiusa in isolamento, con le luci sempre accese e senza un letto su cui stendersi. Le guardie le passavano il cibo da una feritoia della porta, mangiando datteri e poco altro.

Il pacco con generi di conforto, sigarette e mascherina per la notte che le erano stati preparati dall’ambasciatrice italiana in Iran Paola Amedei non le sono mai stati consegnati mentre durante le telefonate ai genitori “ero costretta a leggere un messaggio, i miei mi facevano delle domande ma io non potevo dire di più perché avevo paura che mi facessero interrompere la conversazione”.

La svolta è avvenuta il 7 gennaio, quando Cecilia viene trasferita in una cella più grande, le vengono portati gli occhiali da vista e condivide la detenzione con una donna iraniana: “Non parlava una parola di inglese – racconta Cecilia – quindi indicavamo gli oggetti nella stanza, lei ne diceva il nome in farsi e io in inglese”. Le guardie del carcere le portano anche un libro, “Kafka sulla spiaggia”, romanzo di Haruki Murakami, che diventa anche oggetto della telefonata col compagno Daniele Raineri: “Daniele, compralo anche te, nella stessa edizione, così lo possiamo leggere insieme, seppure a distanza”, aveva detto Cecilia al compagno.

All’arrivo in Italia Sala si è anche scusata: “Non riesco a parlare bene, sono giorni che non parlo con nessuno“, ha detto rientrando a Roma dopo i 20 giorni di prigionia. Quindi la richiesta ai carabinieri del Ros che la attendevano per l’interrogatorio in una stanza dell’aeroporto: “Rompo il protocollo se prima vado a fumare?“, la prima sigaretta in libertà, in Italia, uscendo dall’hangar per qualche minuto.

di: Redazione - 9 Gennaio 2025

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