Giravolta Repubblicana

Zuckerberg e Meta si piegano ai nuovi padroni Trump e Musk: perché Facebook cancella il fact-checking negli Usa

Esteri - di Carmine Di Niro

8 Gennaio 2025 alle 12:24

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Zuckerberg e Meta si piegano ai nuovi padroni Trump e Musk: perché Facebook cancella il fact-checking negli Usa

La Silicon Valley si piega, senza particolari problemi etici o quantomeno di coerenza, al nuovo padrone. I proprietari della più importanti big tech statunitensi si sono infatti rapidamente adeguati al nuovo corso americano, al prossimo ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump, il tycoon che il 20 gennaio si insedierà nuovamente alla presidenza del Paese.

Le conversioni sulla via di Mar-a-Lago dei più importanti imprenditori tech Usa ha visto protagonisti in particolare Jeff Bezos, boss di Amazon e che da proprietario del Washington Post ha impedito la pubblicazione di un endorsement pre-elettorale per la candidata Dem Kamala Harris, ma anche Mark Zuckerberg, fondatore e Ceo di Meta, la holding che controlla Facebook e Instagram.

Quest’ultimo, che da Facebook aveva addirittura cacciato Trump, chiudendo il suo account con l’accusa di diffondere odio e disinformazione dopo l’insurrezione del 6 gennaio 2021, non solo lo ha riaccolto sulla piattaforma ma si è anche adeguato alla presunta battaglia per il “free speech”, la libertà di espressione, condotta dallo stesso Trump e soprattutto dal suo sodale e presidente-ombra, il proprietario di Tesla e X Elon Musk.

Con un video postato su Facebook Zuckerberg ha infatti annunciato lo stop al programma di fact-checking di terze parti negli Stati Uniti. “Ci libereremo dei fact-checker e li sostituiremo con note della comunità simili a X, a partire dagli Stati Uniti”, le sue parole.

Niente più esperti esterni alla piattaforma, ma un sistema come quello dell’ex Twitter: saranno gli utenti a segnalare i contenuti che diffondono disinformazione. Il fondatore di Facebook ha accusato i fact-checker americani di essere “politicamente di parte” e di aver “distrutto più fiducia di quanta ne abbiano creata”. “Quello che è iniziato come un movimento per essere più inclusivi è stato sempre più utilizzato per mettere a tacere le opinioni ed escludere le persone con idee diverse”, l’attacco dell’imprenditore, che pare quasi scritto da Musk.

Niente più limitazioni su argomenti come immigrazione, identità di genere e questioni di genere: “Non è giusto che le cose possano essere dette in Tv o in Parlamento, ma non sulle nostre piattaforme”, scrive Meta in un articolo sul proprio blog a firma del capo degli affari internazionali, Joel Kaplan, convinto repubblicano che per 8 anni è stato vicecapo di gabinetto di George Bush alla Casa Bianca e assunto nelle scorse settimane da Facebook come presidente degli affari globali della società al posto dell’ex vicepremier liberale britannico Nick Clegg. Il risultato? Un via libera che consentirà, lo spiega proprio Meta, di non oscurare i commenti di chi su Facebook o Instagram accusa le persone gay e quelle trans di avere malattie mentali..

Quanto all’Europa, come Musk anche Zuckerberg è passato all’attacco delle istituzioni di Bruxelles colpevoli, secondo il Ceo di Meta, di approvare “un sempre crescente numero di leggi che istituzionalizzano la censura e rendono più difficile realizzare qualsiasi innovazione lì”.

Al momento però Meta non intende eliminare i fact-checker terzi, compresi gli italiani Open e Pagella Politica.

8 Gennaio 2025

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