Il Paese nuovo
Siria, Al-Jolani: “Elezioni tra 4 anni dopo la nuova costituzione, non saremo più un problema per nessuno”
Le dichiarazioni del leader di HTS. "Non sono un liberatore, non ci sarà alcuna divisione del territorio. La liberazione garantisce la sicurezza della regione e del Golfo per i prossimi 50 anni"
Esteri - di Redazione Web
Il leader delle opposizioni al regime di Bashar Al Assad, caduto in Siria lo scorso 8 dicembre dopo l’avanzata partita dalla regione di Idlib culminata nella contuista di Damasco, Al-Jolani ha dichiarato in un’intervista che potrebbero volerci quattro anni per organizzare e tenere nuove elezioni. Lo ha detto il leader del gruppo Hayat Tahrir al-Sham (Hts) in un’intervista rilasciata ad Al Arabiya. Almeno tre anni per redigere una nuova costituzione e altro tempo per “un censimento completo della popolazione”, secondo il calcolo di Al-Jolani.
Che oggi si fa chiamare Ahmed Hussein al-Sharaa, non più con il suo nome da milizano islamista estremista, che si è presentato in giacca e cravatta a Damasco per ricevere il ministro degli esteri della Turchia Hakan Fidan, e che ha detto di non considerarsi “il liberatore del Paese. Tutti coloro che hanno fatto sacrifici lo hanno liberato. Il popolo siriano si è salvato da solo”, ha detto nell’intervista. Il regime della dinastia degli Assad governava in Siria dal 1970.
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“Abbiamo fatto di tutto per rendere la transizione del potere senza intoppi. La liberazione della Siria garantisce la sicurezza della regione e del Golfo per i prossimi 50 anni”, ha aggiunto ancora. “Ci vorrà un anno prima che la Siria veda cambiamenti radicali nei servizi”. Si parla comunque di un Paese distrutto in molte sue parti, provato, devastato dalla guerra civile scoppiata nel 2011 sull’onda delle Primavere Arabe, privato di molta sua popolazione fuggita all’estero.
“La Siria non sarà fonte di inconvenienti per nessuno – ha continuato ancora Al-Jolani – Non ci sarà alcuna divisione della Siria in alcun modo. Sono in corso trattative con le Sdf per risolvere la crisi nel nord-est della Siria”. Ha assicurato – un punto specialmente interessante per la Turchia, considerato dagli osservatori suo principale sponsor – che le nuove autorità non consentiranno alla Siria di diventare una rampa di lancio per gli attacchi del Pkk, il partito dei Lavoratori Curdo, in guerra con Ankara e considerato organizzazione terrorista.
Ieri intanto l’ambasciata siriana in Libano ha sospeso le attività consolari “fino a nuovo ordine” su decisioni del nuovo ministero degli Esteri, senza tuttavia fornire una motivazione formale. Secondo alcuni funzionari citati da Associated Press l’ordine è arrivato dopo che venerdì due familiari dell’ex dittatore Assad – Rasha e Shams Khazema, la moglie e la figlia di Rifaat Assad, ex vicepresidente e zio di Bashar, accusato da una corte svizzera di crimini contro l’umanità e crimini di guerra per il massacro di Hama del 1982 – erano state arrestate a Beirut con dei passaporti falsi mentre cercavano di fuggire.